Rappresentanti dei Ministri
Documenti CM
CM(2005)80 finale 17 maggio 2005
Piano d’azione
Noi, Capi di stato e di governo degli stati membri del Consiglio d’Europa, riuniti a Varsavia il 16 e 17 maggio 2005, abbiamo definito il seguente Piano d’azione, che stabilisce i compiti principali del Consiglio d’Europa per gli anni a venire.
I – PROMUOVERE I VALORI FONDAMENTALI COMUNI: DIRITTI DELL’UOMO, STATO DI DIRITTO E DEMOCRAZIA
1. Garantire l’efficacia permanente della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo
Garantiremo con ogni mezzo appropriato l’efficacia di lungo termine della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. A tal fine, forniremo alla Corte europea dei diritti dell’uomo il necessario sostegno e attueremo tutte le misure di riforma adottate nel corso della 114ª Sessione del Comitato dei Ministri, nel maggio 2004, conformemente a tutte le modalità previste. Come preannunciato, esse comprendono la ratifica del Protocollo n. 14 alla Convenzione, essenziale per garantire la futura efficacia della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
A livello nazionale, vigileremo affinché:
- esistano in tutti gli stati membri dei meccanismi appropriati ed efficaci per permettere di verificare che le legislazioni e le prassi amministrative nazionali siano compatibili con la Convenzione;
- dei ricorsi interni efficaci siano a disposizione di chiunque si ritenga vittima di una violazione della Convenzione;
- una formazione adeguata riguardante le norme della Convenzione sia pienamente integrata nell’insegnamento universitario e nella formazione professionale; decidiamo di conseguenza di lanciare un programma europeo per l’educazione ai diritti dell’uomo, destinato ai membri delle professioni giuridiche, e lanciamo un appello agli stati membri perché contribuiscano alla sua realizzazione.
Il Comitato dei Ministri esaminerà l’attuazione delle suddette misure in modo regolare e trasparente.
Decidiamo di istituire un Gruppo di Saggi, che verranno incaricati di esaminare la questione dell’efficacia di lungo termine del meccanismo di controllo della CEDU, ivi compresi gli effetti iniziali del Protocollo n. 14 e delle altre decisioni adottate nel maggio 2004. Chiediamo loro di presentare, quanto prima, delle proposte che vadano oltre tali misure, pur mantenendo la filosofia di base che sottende alla CEDU.
Sottolineiamo che tutti gli stati membri devono accelerare ed eseguire integralmente le sentenze della Corte. Incarichiamo il Comitato dei Ministri di elaborare e attuare tutte le misure necessarie a tal fine, segnatamente per quanto riguarda le sentenze che pongono in evidenza dei problemi strutturali, ivi compresi quelli di natura ripetitiva.
2. Proteggere e promuovere i diritti dell’uomo attraverso le altre istituzioni e meccanismi del Consiglio d’Europa
In qualità di principale istanza che opera a favore della protezione e della promozione dei diritti dell’uomo in Europa, il Consiglio d’Europa, attraverso i suoi vari meccanismi e istituzioni, avrà un ruolo dinamico per proteggere i diritti dei singoli individui e sostenere l’impegno inestimabile delle organizzazioni non governative nel campo della difesa attiva dei diritti dell’uomo.
Ci impegniamo a consolidare l’istituzione del Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, che ha dimostrato la propria efficacia, fornendogli i mezzi necessari perché possa adempiere alle proprie funzioni, in particolare alla luce dell’entrata in vigore del Protocollo n. 14 alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Continueremo a sostenere il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) e il ruolo unico che svolge, grazie alle sue visite nei luoghi di detenzione, per migliorare le condizioni delle persone detenute. Chiediamo inoltre un aggiornamento regolare delle norme penitenziarie europee, al fine di costituire una base per l’elaborazione di standard relativi agli istituti penitenziari. Il Consiglio d’Europa assisterà gli stati membri nella loro messa in opera.
Intensificheremo i nostri sforzi nel campo della lotta al razzismo, alle discriminazioni e a ogni forma di intolleranza, e contrasteremo ogni tentativo volto a giustificare il nazismo. Di conseguenza, doteremo la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) dei mezzi necessari perché possa realizzare i propri lavori, in stretta cooperazione con le autorità e le istituzioni nazionali, e con la società civile negli stati membri. Apprezziamo il ruolo svolto dall’ECRI per individuare le buone prassi, e le sue raccomandazioni di politica generale, e decidiamo di divulgarle ampiamente. Vigileremo al buon coordinamento delle sue attività con quelle condotte in materia dall’Unione europea, dall’OSCE e da altre organizzazioni internazionali competenti.
Ricordiamo la decisione adottata nel corso del Vertice di Strasburgo di "intensificare la cooperazione nel campo della protezione di tutti coloro che appartengono a minoranze nazionali". I capovolgimenti della storia europea hanno dimostrato come la protezione delle minoranze nazionali sia essenziale per il mantenimento della pace e per lo sviluppo della stabilità democratica. Una società che si ritiene pluralista deve sforzarsi di preservare e di far progredire le proprie identità minoritarie, fonte di arricchimento per le nostre società. Incoraggiamo quindi il proseguimento delle attività del Consiglio d’Europa a favore della protezione delle minoranze, in particolare nell’ambito della Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali, e delle attività a favore della tutela delle lingue minoritarie, nel quadro della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie.
3. Consolidare la democrazia, il buon governo e lo Stato di diritto negli stati membri
Ci adopereremo per realizzare il nostro comune obiettivo, che è quello di promuovere, nell’interesse di tutti i nostri concittadini, una democrazia e una governance di ottima qualità a livello nazionale, regionale e locale, e proseguiremo la nostra lotta permanente contro ogni forma di totalitarismo.
Decidiamo, nel quadro delle esistenti strutture dell’Organizzazione nel suo insieme di:
- istituire un Forum del Consiglio d’Europa per il futuro della democrazia, per rafforzare la democrazia, le libertà politiche e la partecipazione dei cittadini, tenendo presenti, in particolare, le conclusioni della Conferenza di Barcellona svoltasi dal 17 al 19 novembre 2004. Il suddetto Forum sarà aperto a tutti gli stati membri e alla società civile, che verranno rappresentati da decisori politici, funzionari, operatori sul campo o universitari. Permetterà scambi di idee, di informazioni e di esempi di migliori pratiche, e discussioni su eventuali attività future. Il Forum opererà in stretta cooperazione con la Commissione di Venezia e con altre istanze pertinenti del Consiglio d’Europa, al fine di rafforzare, grazie alle sue riflessioni e alle sue proposte, i lavori dell’Organizzazione nel campo della democrazia;
- proseguire, in partenariato con l’Assemblea parlamentare e con il Congresso dei poteri locali e regionali, la cooperazione intergovernativa in materia di democrazia e di buon governo a ogni livello;
- potenziare la cooperazione transfrontaliera, ove necessario, e le norme relative alla democrazia e alla buona governance, ivi compreso in materia di buon funzionamento delle nostre funzioni pubbliche;
- adottare le misure necessarie, ivi compreso istituendo, in seno al Segretariato del Consiglio d’Europa, un centro di consulenze sulla riforma dei poteri locali, per attuare l’Agenda per una buona governance locale e regionale, adottata alla 14ª Sessione della Conferenza dei Ministri europei responsabili delle collettività locali e regionali (Budapest, 24-25 febbraio 2005), promuovendo norme e buone prassi e aiutando gli stati membri a dotarsi delle capacità necessarie a livello locale e regionale, in stretta cooperazione con il Congresso;
- intensificare la partecipazione delle ONG alle attività del Consiglio d’Europa, in quanto elemento essenziale del contributo della società civile alla trasparenza e alla responsabilità di un governo democratico.
Ribadiamo il nostro impegno a garantire e promuovere la libertà di espressione e di informazione e la libertà dei media, che costituiscono un elemento chiave della democrazia. Di conseguenza, attribuiamo un’importanza particolare alle attività condotte in questo campo dal Consiglio d’Europa, e sosteniamo pienamente la Dichiarazione e il Piano d’azione adottati nel corso della 7ª Conferenza ministeriale europea sulla politica delle comunicazioni di massa (Kiev, 10 - 11 marzo 2005). Incoraggiamo la cooperazione tra il Consiglio d’Europa e l’OSCE in questo campo.
Una pari partecipazione delle donne e degli uomini è un fattore essenziale per la democrazia. Confermiamo quindi il nostro impegno a ottenere una reale uguaglianza tra i sessi. Rafforzeremo l’impostazione integrata dell’uguaglianza tra l’uomo e la donna nelle politiche nazionali, elaboreremo delle linee guida e dei metodi per proseguire i progressi nel campo delle pari opportunità, favoriremo l’istituzione di dispositivi nazionali atti a promuovere l’uguaglianza e intensificheremo l’applicazione della Piattaforma d’azione di Pechino delle Nazioni Unite.
Chiediamo a tutti gli stati membri di avvalersi dei pareri e dell’assistenza della Commissione per la democrazia attraverso il diritto ("Commissione di Venezia") per perfezionare le norme europee, in particolare nel settore del funzionamento delle istituzioni democratiche e del diritto elettorale. Per garantire l’applicazione delle norme europee a livello nazionale, la Commissione dovrebbe intensificare la propria cooperazione con le corti costituzionali e le giurisdizioni di competenza equivalente, che svolgono un ruolo fondamentale al riguardo.
Utilizzeremo pienamente il potenziale normativo del Consiglio d’Europa e promuoveremo l’attuazione e lo sviluppo degli strumenti giuridici e dei meccanismi di cooperazione giuridica, alla luce delle conclusioni della 26ª Conferenza dei Ministri europei della Giustizia (Helsinki, 7-8 aprile 2005).
Decidiamo di sviluppare le funzioni di valutazione e di assistenza della Commissione per l’efficacia della giustizia (CEPEJ) e di fare buon uso dei pareri espressi dal Consiglio consultivo dei giudici europei (CCJE), al fine di aiutare gli stati membri a rendere giustizia con equità e rapidità e a sviluppare delle misure alternative per la risoluzione delle controversie.
Il diritto in materia di nazionalità, sotto tutti i suoi aspetti, compreso quello di favorire l’acquisizione della cittadinanza, e il diritto della famiglia, sono questioni alle quali il Consiglio d’Europa pone particolare attenzione. In quanto organizzazione internazionale appropriata, il Consiglio continuerà a sviluppare la propria attività in questi settori del diritto.
4. Garantire il rispetto degli impegni assunti dagli stati membri e promuovere il dialogo politico
Il Consiglio d’Europa è un forum politico di portata europea, cui partecipano gli stati membri impegnati nella promozione del dibattito democratico e dello Stato di diritto.
Proseguiremo i nostri sforzi congiunti per garantire il pieno rispetto degli impegni sottoscritti dagli stati membri nei confronti delle norme comuni. Occorrerà continuare a definire delle norme nel campo della giustizia e in altri settori pertinenti del diritto, come pure dei processi di monitoraggio non discriminatori, al fine di aiutare gli stati membri a risolvere i loro problemi e a potenziare i loro ordinamenti giuridici. Il monitoraggio deve essere associato, ogni qualvolta si riveli necessario, all’assistenza e al sostegno tecnico del Consiglio d’Europa. Incoraggiamo al riguardo il proseguimento della cooperazione in materia di formazione dei magistrati e delle forze dell’ordine.
Il Consiglio d’Europa dovrebbe continuare a intensificare un dialogo fruttuoso all’interno del suo Comitato dei Ministri e dell’Assemblea parlamentare. Il Congresso dei poteri locali e regionali deve continuare a promuovere la democrazia locale e il decentramento, prendendo in considerazione i modi di organizzazione interna dei paesi interessati, al fine di estendere la propria azione a tutti i livelli della società europea. Il dialogo politico dovrebbe sfruttare il potenziale dell’Organizzazione per promuovere la mutua comprensione tra gli stati membri, rafforzando in tal modo l’unità dell’Europa e contribuendo a realizzare l’impegno di costruire un’Europa senza linee divisorie.
A tal fine, il Consiglio d’Europa, in cooperazione con l’Unione europea, continuerà a promuovere gli scambi di buone pratiche riguardanti la libera circolazione delle persone, allo scopo di migliorare maggiormente i contatti e gli scambi tra gli europei sull’insieme del continente.
5. Estendere il ruolo della Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa
Chiediamo alla Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB), riconfermando la sua attività tradizionale a favore delle popolazioni in situazioni di emergenza e della coesione sociale, di agevolare ugualmente, grazie ai suoi mezzi di intervento, l’attuazione di politiche indirizzate a consolidare la democrazia, a promuovere lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti dell’uomo, in special modo nel campo della formazione dei magistrati, degli amministatori e di altri attori della vita pubblica, e dell’organizzazione, del funzionamento e delle infrastrutture dei servizi amministrativi e giudiziari pubblici.
II – RAFFORZARE LA SICUREZZA DEI CITTADINI EUROPEI
1. Lotta al terrorismo
Condanniamo fermamente il terrorismo, che costituisce una minaccia e una delle principali sfide per le nostre società e richiede una risposta ferma e unita da parte dell’Europa, in quanto parte integrante dell’azione mondiale condotta sotto la direzione delle Nazioni Unite. Esprimiamo soddisfazione per la nuova Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione del terrorismo, aperta alla firma nel corso del Vertice, e richiamiamo l’attenzione sugli altri strumenti elaborati finora dal Consiglio d’Europa per combattere il terrorismo. Invitiamo tutti gli stati membri a rispettare i diritti dell’uomo e a proteggere le vittime nell’ambito della loro lotta contro tale flagello, conformemente alle linee guida messe a punto dal Consiglio d’Europa rispettivamente nel 2002 e nel 2005.
Individueremo altre misure mirate per contrastare il terrorismo e garantiremo una stretta cooperazione, coordinando i nostri sforzi comuni contro il terrorismo, con altre organizzazioni internazionali, in particolare le Nazioni Unite.
2. Lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata
Il Gruppo di stati contro la corruzione (GRECO) ha dimostrato la propria efficacia. Esortiamo pertanto gli stati membri che non vi hanno ancora aderito a farlo quanto prima, e a ratificare le Convenzioni in materia di corruzione civile e penale. La corruzione è un fenomeno mondiale, per cui il Consiglio d’Europa intende intensificare la propria cooperazione con l’OCSE e le Nazioni Unite, per combatterla a livello globale. L’aumento del numero dei membri del GRECO e il suo allargamento a stati non membri del Consiglio d’Europa potrebbero contribuire a conseguire tale obiettivo.
Salutiamo inoltre i lavori intrapresi dal dispositivo MONEYVAL (meccanismo di controllo delle misure adottate contro il riciclaggio di denaro), ivi compreso in materia di finanziamento del terrorismo. Si deve proseguire il rafforzamento dei suoi legami con il Gruppo d’azione finanziaria sul riciclaggio dei capitali (GAFI), sotto l’egida dell’OCSE.
Esprimiamo soddisfazione per la revisione della Convenzione del 1990, sul riciclaggio, il controllo, il sequestro e la confisca dei proventi del crimine e per l’apertura alla firma della Convenzione rivista nel corso del Vertice. Rivolgiamo un invito pressante perché venga firmata e ratificata.
Il Consiglio d’Europa proseguirà l’applicazione dei suoi programmi di assistenza tecnica a favore degli stati membri interessati. Sosterrà inoltre il potenziamento della cooperazione internazionale nella lotta contro la criminalità transfrontaliera e contro il traffico degli stupefacenti.
3. Lotta alla tratta degli esseri umani
Condanniamo fermamente la tratta degli esseri umani, che è una violazione dell’esercizio dei diritti dell’uomo e costituisce un’offesa alla dignità e all’integrità della persona umana. Esprimiamo soddisfazione per l’apertura alla firma, nel corso del Vertice, della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani e ne domandiamo la ratifica più ampia possibile e la sua tempestiva entrata in vigore. Costituisce una tappa essenziale nella lotta contro la tratta. La Convenzione rafforzerà la prevenzione della tratta, i procedimenti giudiziari contro i responsabili e la protezione dei diritti umani di coloro che ne sono vittime. Il meccanismo indipendente di controllo istituito dalla convenzione ne garantirà l’effettiva applicazione in seno alle Parti contraenti. Garantiremo una stretta cooperazione tra il Consiglio d’Europa, le Nazioni Unite, l’Unione europea e l'OSCE al riguardo.
4. Lotta alla violenza contro le donne
Il Consiglio d’Europa adotterà dei provvedimenti per combattere la violenza contro le donne, compresa la violenza domestica. Istituirà una “task force” incaricata di valutare i progressi compiuti a livello nazionale e di determinare gli strumenti destinati a quantificare le evoluzioni osservate a livello paneuropeo, in vista della formulazione di proposte d’azione. Una campagna paneuropea per combattere la violenza contro le donne, compresa la violenza domestica, verrà predisposta e attuata in stretta cooperazione con altri organi europei e nazionali, tra cui in particolare le ONG.
5. Lotta alla cibercriminalità e consolidamento dei diritti dell’uomo nella società dell’informazione
Confermiamo l’importanza del rispetto dei diritti umani nella società dell’informazione, in particolare la libertà di espressione e di informazione e il diritto al rispetto della sfera privata.
Il Consiglio d’Europa svilupperà ulteriormente i principi e le linee guida destinati a garantire il rispetto dei diritti dell’uomo e la preminenza del diritto nella società dell’informazione. Affronterà le sfide poste dall’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ITC), allo scopo di garantire la tutela dei diritti umani contro le violazioni dovute a un uso abusivo delle ITC.
Promuoveremo inoltre delle iniziative affinché i nostri stati membri sfruttino le possibilità offerte dalla società dell’informazione. A tal fine, il Consiglio d’Europa studierà le modalità in base alle quali le ITC possono facilitare la riforma e la pratica della democrazia. Il Consiglio d’Europa proseguirà inoltre i lavori riguardanti i bambini nella società dell’informazione, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo della loro cultura in materia di mass media e la loro tutela nei confronti di contenuti nocivi per i minori.
Condanniamo qualunque utilizzo delle ITC a fini criminali. Sollecitiamo pertanto tutti gli stati membri a firmare e a ratificare la Convenzione sulla cibercriminalità e a prendere in esame la firma del suo Protocollo addizionale relativo all’incriminazione degli atti di natura razzista o xenofoba commessi attraverso le reti informatiche, primo strumento internazionale vincolante in materia.
6. Promuovere l’etica nel campo della biomedicina
Il Consiglio d’Europa proseguirà le proprie attività di riferimento nel campo della bioetica. Incoraggiamo la firma del protocollo sui trapianti, l’adozione di disposizioni conformi alle raccomandazioni sullo xenotrapianto e il proseguimento dei lavori sull’applicazione di test genetici al di fuori del campo medico, che causano delle discriminazioni a livello dell’accesso all’occupazione e alle assicurazioni.
7. Promuovere lo sviluppo sostenibile
Ci impegniamo a migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini. Il Consiglio d’Europa continuerà, in base agli strumenti esistenti, a sviluppare e a promuovere delle politiche integrate nel campo dell’ambiente, del paesaggio, dell’assetto territoriale, e della prevenzione e della gestione di catastrofi naturali, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile.
III – COSTRUIRE UN’EUROPA PIÙ UMANA E PIÙ INCLUSIVA
Siamo persuasi che la coesione sociale, come pure l’educazione e la cultura, rappresentino dei vettori essenziali per radicare nelle nostre società i valori fondamentali del Consiglio d’Europa, e per la sicurezza sul lungo periodo degli europei. Di conseguenza, il Consiglio d’Europa continuerà a promuovere un modello di cultura democratica, che sostenga il diritto e le istituzioni e coinvolga attivamente la società civile e i cittadini.
1. Garantire la coesione sociale
Il Consiglio d’Europa intensificherà le proprie attività nel campo della politica sociale, in base alla Carta sociale europea e ad altri strumenti pertinenti. Nostro compito essenziale è quello di definire in comune dei rimedi e delle soluzioni che possano dimostrarsi efficaci nella lotta contro la povertà e l’esclusione, di garantire un equo accesso ai diritti sociali e di proteggere i gruppi vulnerabili. In quanto forum di cooperazione paneuropea, il Consiglio d’Europa elaborerà delle raccomandazioni e faciliterà gli scambi di pratiche ottimali in materia, continuando a rafforzare la propria assistenza agli stati membri.
Incarichiamo il Comitato dei Ministri di designare una “task force” di alto livello, con il compito di passare in rassegna la strategia del Consiglio d’Europa in materia di coesione sociale nel XXI secolo, tenendo conto dell’acquis dell’Organizzazione in questo campo. Le politiche indirizzate a promuovere la coesione sociale devono tenere conto delle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione e da altre evoluzioni economiche e sociali.
Abbiamo convenuto che la protezione della salute, in quanto diritto sociale, è una condizione essenziale per promuovere la coesione sociale e la stabilità economica. Sosteniamo l’attuazione dell’approccio strategico integrato del Consiglio d’Europa in materia di salute e di attività a essa connesse. In particolare, verranno intensificate le iniziative a favore di un equo accesso a condizioni sanitarie adeguate e a servizi che soddisfino le necessità delle popolazioni dei nostri stati membri. L’individuazione di norme per le cure incentrate sul benessere del paziente sarà una componente essenziale della suddetta attività.
Confermiamo il nostro impegno a lottare contro ogni forma di esclusione e di insicurezza di cui sono vittime in Europa le comunità Rom, e a promuovere la loro piena ed effettiva uguaglianza. Ci auguriamo che il Forum europeo dei Rom e dei nomadi consenta a queste popolazioni di esprimersi con l’attivo sostegno del Consiglio d’Europa. Verranno adottate delle misure per istituire una cooperazione tra il Consiglio d’Europa, l’Unione europea e l’OSCE al riguardo.
Consolideremo l’azione del Consiglio d’Europa in materia di handicap e sosteniamo l’adozione e l’applicazione di un piano d’azione decennale, mirante a compiere progressi decisivi per il graduale conseguimento dell’uguaglianza dei diritti da parte delle persone disabili.
2. Edificare un’Europa adatta ai bambini
Siamo decisi a promuovere in modo effettivo i diritti dei minori e a conformarci pienamente agli obblighi della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia. Un approccio integrato dei diritti dell’infanzia verrà applicato a tutte le attività del Consiglio d’Europa; inoltre, dovrà essere garantito in seno all’Organizzazione un coordinamento effettivo delle attività condotte in questo campo.
Adotteremo provvedimenti speciali per sradicare ogni forma di violenza nei confronti dei bambini. Decidiamo pertanto di lanciare un programma d’azione triennale relativo alla dimensione sociale, giuridica, educativa e sanitaria delle varie forme di violenza contro i bambini. Per porre fine allo sfruttamento sessuale dei minori, elaboreremo inoltre delle misure – comprendenti se del caso degli strumenti giuridici - e coinvolgeremo la società civile in tale processo. Il coordinamento dei lavori con le Nazioni Unite è essenziale in questo campo, in special modo in relazione al controllo del Protocollo opzionale relativo alla tratta dei minori, alla prostituzione e alla pornografia infantile.
3. Educazione: promuovere la cittadinanza democratica in Europa
Il compito di costruire una società basata sulle conoscenze e di promuovere una cultura democratica presso i nostri concittadini esigono la moltiplicazione degli sforzi del Consiglio d’Europa nel campo dell’educazione, per garantire l’accesso all’istruzione a tutti i giovani in Europa, migliorarne la qualità e promuovere, tra l’altro, un’educazione generale ai diritti dell’uomo.
Coglieremo pienamente l’occasione offerta dall’“Anno europeo dell’educazione alla cittadinanza democratica” per sensibilizzare maggiormente il pubblico alle norme e ai valori europei. Il Consiglio d’Europa si baserà sui lavori relativi all’apprendimento delle lingue e al riconoscimento delle qualifiche professionali e dei diplomi. Continuerà a svolgere un ruolo importante nel processo di Bologna, che mira a creare uno spazio europeo per l’insegnamento superiore entro il 2010. Favorirà attivamente la cooperazione e l’istituzione di reti in materia di educazione, nonché gli scambi di studenti a ogni livello.
Il Consiglio d’Europa rafforzerà tutte le possibilità di formazione degli educatori nei settori dell’educazione alla cittadinanza democratica, dei diritti dell’uomo, della storia e dell’educazione interculturale. Favorirà programmi e scambi interculturali appropriati a livello degli istituti scolastici secondari, sia in Europa, che nei paesi vicini.
Inoltre, il Consiglio d’Europa continuerà a sviluppare la sua rete di scuole di studi politici, al fine di promuovere i valori europei fondamentali tra le giovani generazioni.
4. Sviluppare la cooperazione a favore della gioventù
Intensificheremo i nostri sforzi per rendere i giovani capaci di partecipare attivamente ai processi democratici, in modo da contribuire alla promozione dei nostri valori fondamentali. I Centri europei della Gioventù del Consiglio d’Europa e il suo Fondo europeo per la Gioventù costituiscono degli strumenti importanti al riguardo. Ci accerteremo che tutte le attività dell’Organizzazione integrino una prospettiva connessa con la gioventù. Per favorire la diversità, l’inclusione e la partecipazione alla vita della società, decidiamo di lanciare una campagna paneuropea della gioventù, nello stesso spirito della “Campagna europea della gioventù contro il razzismo, la xenofobia, l’antisemitismo e l’intolleranza” (1995).
Il Consiglio d’Europa svilupperà ancora la propria posizione unica nel campo della gioventù. Continuerà a fornire la sua assistenza agli stati membri per definire strumenti politici a livello nazionale e locale e promuoverà attivamente gli scambi di giovani e la mobilità dei giovani in Europa.
5. Proteggere e promuovere la diversità culturale
Il rispetto e la promozione della diversità culturale, sulla base dei valori del Consiglio d’Europa, sono condizioni essenziali per costruire delle società imperniate sulla solidarietà. Il Consiglio d’Europa svilupperà quindi delle strategie di gestione e di promozione della diversità culturale, garantendo in tal modo la coesione delle nostre società. Sosterrà l’adozione, da parte dell'Unesco, di una Convenzione sulla diversità culturale.
Favoriremo il dialogo sul ruolo della cultura nell’Europa contemporanea e definiremo dei mezzi per sostenere la diversità e la creazione artistica, difendendo la cultura intesa come vettore di valori. Verranno inoltre adottate delle misure per facilitare l’accesso alle produzioni e al patrimonio culturale, promuovendo attività e scambi culturali.
6. Sviluppare il dialogo interculturale
Incoraggeremo sistematicamente il dialogo interculturale e interreligioso, in base ai diritti umani universali, in quanto mezzo per promuovere la consapevolezza, la comprensione, la riconciliazione e la tolleranza, per prevenire i conflitti e garantire l’integrazione e la coesione della società. Deve essere assicurata l’attiva partecipazione della società civile in tale dialogo, nel quale gli uomini e le donne dovrebbero poter partecipare in condizioni di parità. I problemi delle minoranze culturali e religiose vengono spesso trattati nel modo migliore a livello locale. Per questo, chiediamo al Congresso dei poteri locali e regionali di partecipare attivamente e di promuovere delle pratiche ottimali in materia.
Rafforzeremo la cooperazione e il coordinamento, tanto all’interno del Consiglio d’Europa, che con altre organizzazioni regionali e internazionali. Verrà designato a tale fine, in seno al Consiglio d’Europa, un coordinatore per il dialogo interculturale, con il compito di curare, in cooperazione con le strutture esistenti, i programmi concreti dell’Organizzazione e provvedere al loro coordinamento con altre organizzazioni.
Convinti che il dialogo tra le culture venga anche alimentato da un’esatta comprensione della storia, sosteniamo i lavori del Consiglio d’Europa in materia di insegnamento della storia, e i progetti connessi, e decidiamo di intensificare i nostri sforzi in tal senso. Incoraggiamo la società civile a partecipare più attivamente a tale missione.
Ci impegnamo a favore di un nuovo dialogo tra l’Europa e le regioni vicine – le sponde meridionali del Mediterraneo, il Medio Oriente e l’Asia centrale – , in base ai suddetti principi. Riconosciamo il ruolo svolto dal Centro Nord-Sud per la promozione di tale dialogo e la missione da esso compiuta nel favorire una maggiore consapevolezza europea delle questioni relative all’interculturalità e allo sviluppo.
7. Promuovere lo sport
Accordiamo una grande importanza all’effettivo funzionamento della Convenzione contro il doping, come pure della Convenzione europea sulla violenza e sugli eccessi degli spettatori nel corso di manifestazioni sportive, in particolare in occasione di partite di calcio, che costituiscono dei testi di riferimento nel diritto internazionale. Conformemente alla Raccomandazione R(99)9 del Comitato dei Ministri sul ruolo dello sport per lo sviluppo della coesione sociale, raccomandiamo il prosieguo di quelle attività del Consiglio d’Europa che servono da punto di riferimento nel campo dello sport.
8. Gestire i flussi migratori
Siamo consci dell’importanza dei movimenti di popolazioni all’interno dell’Europa e da altri continenti verso l’Europa. La gestione di tali flussi migratori rappresenta una sfida rilevante per l’Europa del XXI secolo. Riteniamo pertanto che il Consiglio d’Europa dovrebbe proseguire le proprie attività in questo settore, in cooperazione con l’Unione europea, per contribuire a ottenere una gestione più equilibrata di tali flussi a livello del nostro continente.
IV – SVILUPPARE LA COOPERAZIONE CON LE ALTRE ORGANIZZAZIONI E ISTITUZIONI INTERNAZIONALI E EUROPEE
Siamo fermamente impegnati a garantire una stretta cooperazione delle attività internazionali e a coordinarle, in particolare nel contesto europeo. Il Consiglio d’Europa, l’Unione europea e l’OSCE opereranno quindi nel quadro di uno sforzo per accrescere la loro simbiosi e la loro complementarità, basato sulle loro competenze e sui loro rispettivi settori di eccellenza.
1. Relazioni con l’Unione europea
In considerazione dell’importante contributo del Consiglio d’Europa alla democrazia, alla coesione sociale e alla stabilità in Europa, invitiamo a:
- rafforzare le sue relazioni con l’Unione europea, affinché l’acquis e le prospettive normative del Consiglio d’Europa e dell’Unione europea vengano presi in considerazione, in modo appropriato, a livello delle rispettive attività delle due organizzazioni;
- approfondire la sua cooperazione con l’Unione europea nei settori dei diritti umani e delle libertà fondamentali, della promozione della democrazia pluralista e della preminenza del diritto;
- rafforzare la sua cooperazione con l’Unione europea sulle questioni di mutuo interesse, in particolare il settore giuridico, culturale, sociale e della gioventù, ivi compreso grazie a programmi comuni e a una cooperazione con gli organi specializzati del Consiglio d’Europa, quali la Commissione di Venezia, il Comitato europeo per la prevenzione della tortura, il gruppo di stati contro la corruzione, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, il Commissario per i diritti umani e la Commissione europea per l’efficacia della giustizia.
Sulla base delle linee guida riportate in allegato, verrà steso un memorandum di intesa tra il Consiglio d’Europa e l’Unione europea, al fine di creare una nuova struttura per intensificare la cooperazione e il dialogo politico. In particolare, l’accento dovrebbe essere posto sul modo in cui l’Unione europea e i suoi stati membri potrebbero maggiormente avvalersi degli strumenti e delle istituzioni disponibili del Consiglio d’Europa, nonché sulle modalità che potrebbero consentire a tutti gli stati membri del Consiglio d’Europa di allacciare legami più stretti con l’Unione europea.
2. Relazioni con l’OSCE
Incoraggeremo il Consiglio d’Europa a sviluppare e razionalizzare la sua cooperazione con l’OSCE, sulla base dei loro compiti specifici e dei loro rispettivi vantaggi comparativi, evitando inutili doppioni. Domandiamo in particolare una più stretta cooperazione con l'OSCE nei settori prioritari individuati dal Gruppo di coordinamento, e ulteriormente adottati dalle istanze dirigenti delle due organizzazioni, cominciando con la lotta al terrorismo, la protezione dei diritti delle persone appartenenti a minoranze nazionali, l’azione contro la tratta di esseri umani e la promozione della tolleranza e della non discriminazione.
Al riguardo, apprezziamo la Dichiarazione congiunta sul rafforzamento della cooperazione tra il Consiglio d’Europa e l’OSCE riportata in allegato.
3. Relazioni con le Nazioni Unite
Incoraggeremo il Consiglio d’Europa a rafforzare la sua cooperazione con l’Organizzazione delle Nazioni Unite e con le sue istituzioni specializzate, col duplice scopo di promuovere i valori universali condivisi dagli stati membri del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani, e realizzare in Europa gli Obiettivi del Millennio per lo Sviluppo, stabiliti dall’ONU, tra cui figurano, tra gli altri, il diritto di ogni essere umano di vivere in un ambiente sano e equilibrato.
V – ATTUAZIONE DEL PIANO D’AZIONE – UN CONSIGLIO D’EUROPA TRASPARENTE ED EFFICACE
Incarichiamo il Comitato dei Ministri di adottare le misure appropriate per garantire che il presente Piano d’azione venga messo rapidamente in opera dai vari organi del Consiglio d’Europa, ove necessario in cooperazione con altre organizzazioni europee o internazionali.
A titolo urgente e prioritario, incarichiamo il Comitato dei Ministri e il Segretario Generale, con l’assistenza di esperti indipendenti, di dare rinnovato impulso al processo di riforma delle strutture organizzative e dei metodi di lavoro del Consiglio d’Europa. Tale processo dovrà mirare, sulla base degli sforzi già in corso, a un funzionamento efficace dell’Organizzazione, conformemente ai suoi obiettivi, e tenendo pienamente presente la necessità delle restrizioni di bilancio. Un’attenzione particolare dovrebbe essere posta alle iniziative in materia di trasparenza e di produttività, e alla cooperazione e alla condivisione delle conoscenze all’interno dell’Organizzazione.
Tale processo di riforma sarà oggetto di rapporti regolari sul suo avanzamento, presentati al Comitato dei Ministri. Verrà esaminato alla sessione ministeriale di maggio 2006.
Allegato 1
LINEE GUIDA
Sulle relazioni tra il Consiglio d’Europa e l’Unione europea
1. Il Consiglio d’Europa e l’Unione europea impostano le loro relazioni su tutte le questioni di comune interesse, in particolare la promozione e la protezione della democrazia pluralista, il rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della preminenza del diritto, la cooperazione politica e giuridica, la coesione sociale e gli scambi culturali. Tali valori comuni costituiscono il cardine della stabilità e della sicurezza democratica a cui aspirano le nostre società e i nostri cittadini, contribuiscono a conferire un’accresciuta coesione all’Europa e favoriscono la sua unità d’insieme.
2. Un rafforzamento del partenariato e della complementarità dovrebbe regolare le future relazioni tra il Consiglio d’Europa e l’Unione europea, al fine di sviluppare la cooperazione pratica in tutte le sfere di comune interesse.
3. L’utilizzo appropriato delle norme e dei criteri del Consiglio d’Europa, nonché dell’esperienza e delle consulenze maturate dall’Organizzazione nel corso di più di mezzo secolo, è il miglior mezzo per contribuire a realizzare l’obiettivo comune di un’Europa senza nuove divisioni.
4. Una rapida adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo darebbe un contributo sostanziale alla coerenza in materia di diritti umani in Europa. I lavori preparatori dovrebbero essere accelerati, in modo che l’adesione possa avvenire non appena possibile, dopo l’entrata in vigore del Trattato costituzionale. In considerazione delle competenze della Comunità europea, l’adesione ad altre convenzioni del Consiglio d’Europa e la partecipazione a meccanismi del Consiglio d’Europa dovrebbero essere studiati sulla base di un esame approfondito.
5. La cooperazione giuridica tra il Consiglio d’Europa e l’Unione europea dovrebbe essere del pari proseguita e sviluppata, ove si riveli utile ed appropriato, nell’interesse dei cittadini europei, ivi compreso con la ricerca di un’accresciuta complementarità tra i testi giuridici dell’Unione europea e quelli del Consiglio d’Europa. L’Unione europea si sforzerà di recepire nel suo diritto gli aspetti delle convenzioni del Consiglio d’Europa che rientrano nella sua sfera di competenza.
6. Il Consiglio d’Europa, sulla base della sua esperienza e attraverso i suoi vari organi, continuerà a fornire il suo sostegno e delle raccomandazioni all’Unione europea, in particolare nei settori dei diritti umani e delle libertà fondamentali, della democrazia e della preminenza del diritto.
7. La cooperazione tra l’Unione europea e gli organi specializzati del Consiglio d’Europa dovrebbe essere rafforzata. In modo particolare, l’Unione europea si avvarrà pienamente della consulenza del Consiglio d’Europa in settori quali i diritti umani, l’informazione, la cibercriminalità, la bioetica, la tratta degli esseri umani e la criminalità organizzata, nei quali sono necessari degli interventi nella sua sfera di competenza.
8. La futura Agenzia dei Diritti dell’Uomo dell’Unione europea fornirà, quando verrà istituita, la possibilità di sviluppare più intensamente la cooperazione con il Consiglio d’Europa e contribuirà a realizzare una maggiore coerenza e una maggiore complementarità.
9. Tenendo presente il loro comune obiettivo di rafforzare la stabilità democratica in Europa, il Consiglio d’Europa e l’Unione europea dovrebbero intensificare i loro sforzi congiunti per arricchire le relazioni paneuropee, particolarmente grazie a un’accresciuta cooperazione nei paesi partecipanti alla politica europea di vicinato e nei processi di stabilizzazione e di associazione condotti dall’Unione europea.
10. Per ottenere un miglioramento qualitativo delle loro relazioni, le due organizzazioni dovrebbero sforzarsi di avviare delle attività comuni, ogni qualvolta possano rappresentare un valore aggiunto per le loro rispettive iniziative. L’Unione europea e il Consiglio d’Europa dovrebbero consultarsi regolarmente a ogni livello appropriato, compreso a livello politico, in modo da sfruttare meglio, vicendevolmente, le loro specifiche esperienze. Oltre che garantire un migliore controllo della cooperazione in corso, tali consultazioni consentiranno di coordinare maggiormente le politiche e le attività. Inoltre, la presenza dell’Unione europea dovrebbe essere rafforzata con l’istituzione, non appena possibile, di un suo ufficio permanente presso il Consiglio d’Europa.
Allegato 2
Dichiarazione sulla cooperazione tra il Consiglio d’Europa e l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa
Gli stati membri del Consiglio d’Europa e gli stati partecipanti dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa,
Ricordando le decisioni adottate nel dicembre 2004 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (N° CM/865/01122004) e dal Consiglio permanente dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (N° 637),
Riconoscendo la necessità di adattare le relazioni tra le due organizzazioni al contesto internazionale in costante evoluzione, nel rispetto degli obiettivi e dei principi enunciati nello Statuto del Consiglio d’Europa e della Carta per la sicurezza europea dell’OSCE, nonché in altri documenti e decisioni delle due organizzazioni,
Risoluti ad adoperarsi a favore di un’Europa libera e senza linee divisorie, basata su valori condivisi e su un impegno comune a favore della democrazia, del rispetto dei diritti umani, della preminenza del diritto, della sicurezza globale, della giustizia sociale e dell’economia di mercato,
Convinti che, per conseguire tale obiettivo, le due organizzazioni debbano lavorare in più stretta collaborazione, al fine di individuare le misure efficaci e coordinate necessarie per affrontare le minacce e le sfide che si pongono all’Europa del 21° secolo, in virtù dei principi di complementarità, di trasparenza e di responsabilità democratica, rispettando l’autonomia, la diversa composizione e i compiti distinti di ciascuna organizzazione,
Determinati a basare tale rafforzamento della cooperazione sull’acquis giuridico del Consiglio d’Europa e sugli impegni politici dell’OSCE,
Compiaciuti per i lavori avviati dal Gruppo di Coordinamento, istituito nel dicembre 2004, che attestano la volontà degli stati membri e partecipanti di rafforzare la cooperazione tra le due organizzazioni,
Invitano il Gruppo di coordinamento a dare la priorità, nei suoi lavori, alla formulazione di raccomandazioni concrete sul modo di sviluppare il coordinamento e la cooperazione tra le due organizzazioni nei settori di comune interesse, tenendo conto delle loro rispettive attività condotte sul campo, e iniziando con le questioni riguardanti la lotta al terrorismo, la protezione dei diritti delle persone appartenenti alle minoranze nazionali, la lotta alla tratta degli esseri umani e la promozione della tolleranza e della non discriminazione;
Convengono che, a tal fine, occorrerebbe esaminare varie forme di cooperazione tra le due organizzazioni, quali ad esempio riunioni e attività congiunte, alle quali dovrebbero partecipare più attivamente gli stati membri e partecipanti, al fine di creare delle sinergie e di evitare inutili doppioni, tenendo tuttavia conto con la massima attenzione della diversa natura e composizione delle due organizzazioni, e di sfruttare nel migliore dei modi i loro vantaggi comparativi;
Sollecitano un migliore coordinamento in seno alle amministrazioni nazionali degli stati membri e partecipanti, per vigilare all’effettiva applicazione dei principi precedentemente enunciati;
Decidono di portare la presente Dichiarazione all’attenzione delle Assemblee parlamentari del Consiglio d’Europa e dell’OSCE e si dichiarano disposti ad accogliere favorevolmente l’intenzione da esse espressa di rafforzare la cooperazione tra le due Assemblee.