La sessualità è parte integrante della vita di ogni individuo. I bambini, le bambine, i ragazzi, le ragazze hanno il diritto di ricevere informazioni affidabili, scientificamente accurate e complete al riguardo. Eppure, l’educazione sessuale nelle scuole è un argomento sensibile. Dalla sua prima introduzione nei programmi scolastici europei, negli anni Settanta, è stata al centro di dibattiti, spesso accesi, tra genitori, responsabili religiosi e leader politici, per determinare cosa debba essere insegnato e a quale età.
Numerosi Stati membri del Consiglio d’Europa hanno compiuto notevoli progressi negli ultimi decenni sia nell’impartirel’educazione sessuale che nel migliorarne i contenuti , al fine di accertarsi che non si limiti agli aspetti della biologia e della riproduzione, ma consenta realmente ai bambini di conoscere il loro corpo e i loro diritti e di ricevere adeguate informazioni sulla parità di genere, l’orientamento sessuale, l’identità di genere e su come costruire relazioni sane (tale approccio è comunemente chiamato “educazione sessuale completa”).
Riemergono le resistenze all’educazione sessuale
Nonostante i vantaggi di un’educazione sessuale completa sia per i bambini che per la società nel suo insieme siano stati ampiamente dimostrati, i corsi di educazione sessuale obbligatori nelle scuole si trovano oggi a dover fronteggiare nuove forme di opposizione Tali resistenze rispecchiano spesso una più ampia opposizione alla piena realizzazione dei diritti umani di alcuni gruppi specifici, in particolare delle donne, delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI) e, in una certa misura, dei bambini stessi, poiché è percepita come una minaccia per i valori tradizionali e religiosi.
Nel 2019, un gruppo di cittadini ha presentato al Parlamento polacco un progetto di legge intitolato “Stop alla pedofilia”, che prevede l’introduzione di pene severe, compresa la detenzione, per chiunque, in ambito educativo o scolastico, “promuova o approvi il fatto che dei minori abbiano rapporti sessuali od altre attività sessuali”. In tale occasione avevo espresso il timore che questo progetto di legge potesse essere utilizzato per criminalizzare l’offerta di un’educazione sessuale agli alunni. Più recentemente, il Presidente polacco, nell’ambito della sua campagna elettorale per un secondo mandato, ha promesso che, se rieletto, avrebbe vietato alle scuole di affrontare le questioni LGBT nei corsi di educazione sessuale. L’anno scorso, a Birmingham (Regno Unito), gruppi di comunità religiose e di genitori hanno organizzato proteste davanti a degli istituti scolastici in cui si impartivano agli alunni informazioni sulle relazioni omosessuali e su questioni transgender. La recente adozione da parte del Parlamento rumeno, nel giugno 2020, di un testo di legge che sopprime l’obbligo di integrare l’educazione sessuale completa nei programmi scolastici rappresenta un altro esempio di questa rinnovata opposizione al diritto dei bambini all’educazione sessuale. Tale decisione, è intervenuta dopo l’adozione, all’inizio del 2020, di un’altra legge in Romania che aveva reso obbligatoria l’educazione sessuale nelle scuole e che era stata considerata da organizzazioni religiose come una “violazione dell’innocenza dell’infanzia.”
In Italia, come constatato dal Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO), incaricato di vigilare sull’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (la Convenzione di Istanbul), l’iniziativa governativa lanciata nel 2015 per l’elaborazione di “Linee guida nazionali per l’educazione affettiva, sessuale e in materia di salute riproduttiva nelle scuole ” è stata interrotta a causa di un crescente movimento di resistenza all’educazione sessuale e della stigmatizzazione dei partecipanti, spesso rafforzata da campagne di disinformazione sul contenuto di tali corsi. Nella regione autonoma spagnola di Murcia, i genitori hanno ormai la possibilità di chiedere che i figli siano dispensati da certi corsi impartiti da esperti esterni alla scuola, qualora ritengano che la materia trattata o la scelta degli educatori non siano compatibili con le loro opinioni su determinate questioni. Tale possibilità rischia di compromettere l’accesso degli alunni all’educazione sessuale e relazionale-affettiva, dal momento che tale materia, come altre legate all’educazione ai diritti umani, è generalmente insegnata da docenti esterni, nell’ambito del programma scolastico ordinario.
Sfatare i miti sull’educazione sessuale completa
Si stanno moltiplicando in Europa le campagne miranti a diffondere false notizie o informazioni distorte sui corsi di educazione sessuale attualmente esistenti nelle scuole, che sono accusati di favorire la sessualizzazione precoce dei bambini, di “fare propaganda a favore dell’omossessualità”, di diffondere “l’ideologia di genere” e di privare i genitori del diritto di educare i figli secondo i loro valori e le loro convinzioni. Le false notizie sul contenuto dei programmi sono diffuse con l’intento deliberato di spaventare i genitori.
È giunto il momento di ristabilire la verità. L’UNESCO ha definito la finalità dell’educazione sessuale completa come “l’insegnamento e l’apprendimento degli aspetti cognitivi, affettivi, fisici e sociali della sessualità. Mira a dotare i bambini e i ragazzi di conoscenze, competenze, atteggiamenti e valori che li metteranno in grado di realizzarsi, nel rispetto della loro salute, del loro benessere e della loro dignità, di sviluppare relazioni sociali e sessuali basate sul rispetto, di capire come le loro scelte influenzano il loro benessere e quello altrui, e di comprendere i loro diritti e tutelarli per tutta la vita.”
Contrariamente a quanto sostengono i detrattori dell’educazione sessuale completa, degli studi condotti a livello nazionale e internazionale ne hanno evidenziato i vantaggi, tra cui quello di ritardare l’età del primo rapporto sessuale, di ridurre i comportamenti sessuali a rischio, di promuovere l’utilizzo dei metodi contraccettivi e di migliorare gli atteggiamenti legati alla salute sessuale e riproduttiva.
I corsi di educazione sessuale a scuola sono oggi più necessari che mai, dal momento che, nella maggior parte dei casi, i bambini possono ottenere informazioni altrove , e, di fatto, le ottengono , in particolare su internet o sui social media. Tali fonti di informazionepossono certamente essere utili ed appropriate, ma possono anche trasmettere un’immagine distorta della sessualità e trascurare alcuni dei suoi aspetti legati alla dimensione affettiva e ai diritti . Inoltre, sui siti internet e sui social media i bambini possono trovare contenuti scientificamente inesatti, ad esempio in materia di contraccezione.
Vale la pena sottolineare che i corsi di educazione sessuale mirano a integrare, e non a sostituire, gli insegnamenti ricevuti dai genitori. Ma l’educazione sessuale non puo’ essere lasciata interamente alla famiglia. Per quale altra materia scientifica accetteremmo di affidare l’insegnamento unicamente a internet o alle famiglie?
L’educazione sessuale completa rappresenta uno strumento efficace per combattere la violenza, gli abusi e la discriminazione e per promuovere il rispetto della diversità
L’educazione in materia di sessualità, quando è completa, va ben oltre l’informazione sulla riproduzione e sulla prevenzione dei rischi legati alla sessualità.
L’educazione sessuale è essenziale per prevenire e combattere gli abusi sessuali sui bambini, la violenza sessuale e lo sfruttamento sessuale. La Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali (“la Convenzione di Lanzarote”) chiede agli Stati di garantire che “i minori, nel corso dell’ istruzione primaria e secondaria, ricevano informazioni sui rischi di sfruttamento e di abusi sessuali come pure sui modi per proteggersi, adattate alle loro capacità cognitive.” Il Comitato di Lanzarote, incaricato del monitoraggio dell’applicazione della Convenzione, ha ad esempio sottolineato che la scuola è un ambiente particolarmente propizio per informare sul problema diffuso degli abusi sessuali commessi sui minori entro le mura domestiche o nella “cerchia di persone fidate”.
L’importanza dell’educazione sessuale per proteggere i bambini dai reati sessuali online è stata evidenziata durante il periodo di confinamento per contenere la pandemia di COVID-19. Come è stato rilevato dal Comitato di Lanzarote, in tale periodo un numero crescente di minori è rimasto particolarmente esposto al rischio di adescamento online, estorsione sessuale, cyberbullismo od altre forme di sfruttamento sessuale facilitate dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il Comitato ha sollecitato gli Stati a rafforzare le informazioni sui rischi a cui sono esposti i bambini che navigano online e sui loro diritti, sui servizi di consulenza e di sostegno. Al riguardo, constato con interesse che in alcuni paesi, quali ad esempio l’Estonia, i corsi di educazione sessuale hanno continuato ad essere impartiti in tale periodo, nell’ambito della didattica a distanza.
L’educazione sessuale è inoltre essenziale per prevenire la violenza di genere e la discriminazione nei confronti delle donne. Dovrebbe pertanto essere utilizzata, fin dall’inizio della scolarità, per contribuire a trasmettere messaggi incisivi a favore dell’uguaglianza tra le donne e gli uomini, promuovere dei ruoli di genere non stereotipati ed educare sulle questioni del mutuo rispetto, del consenso ai rapporti sessuali, della risoluzione non violenta dei conflitti nelle relazioni interpersonali e del rispetto dell’integrità personale, come richiesto dalla Convenzione di Istanbul.
L’educazione sessuale costituisce ugualmente un ambito ideale per sensibilizzare sulla questione della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne, che comprende l’accesso a metodi contraccettivi moderni e all’aborto sicuro. Degli studi condotti in Europa sotto l’egida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) mostrano che il tasso di natalitàtra le adolescenti tende ad essere più elevato in alcuni paesi, come la Bulgaria e la Georgia, che non hanno istituito l’obbligo dei corsi di educazione sessuale completa a scuola. Le gravidanze precoci, oltre ad essere potenzialmente molto pericolose per la salute delle adolescenti, limitano seriamente la loro possibilità di proseguire gli studi.
I corsi di educazione sessuale esistenti tendono spesso a ignorare completamente le persone LGBTI e le questioni che le riguardano, e perfino a stigmatizzarle. Eppure, i giovani LGBTI sono spesso vittime di episodi di bullismo a scuola e sono esposti a maggiori rischi di autolesionismo o di suicidio, visto il rifiuto del loro orientamento sessuale da parte della società. Dovrebbero invece ricevere, come tutti gli altriminori, un’educazione sessuale completa corrispondente ai loro bisogni. Pertanto, l’educazione sessuale dovrebbe includere informazioni pertinenti per loro, scientificamente esatte ed adatte alla loro età. Si tratta di aiutare i bambini a comprendere il significato dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere e di sfatare i miti e gli stereotipi negativi spesso associati alle persone LGBTI.
Nel fornire informazioni fattuali e non stigmatizzanti sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, in quanto aspetti dello sviluppo umano, l’educazione sessuale completa può aiutare a salvare delle vite. Può contribuire a combattere l’omofobia e la transfobia, in ambito scolastico e non solo, e a creare un contesto di apprendimento più sicuro e più inclusivo per tutti.
I bambini e i giovani hanno il diritto di ricevere un’educazione sessuale completa
Gli organi internazionali di protezione dei diritti umani hanno stabilito che i bambini e i giovani hanno il diritto di ricevere un’educazione sessuale completa ed esatta, sostenuta da solide basi scientifiche, sensibile ai valori culturali e basata sulle vigenti norme internazionali, tra cui figurano la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, la Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne, il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali, e, a livello europeo, la Carta sociale europea e le già citate Convenzioni di Lanzarote e di Istanbul.
Il diritto di ricevere un’educazione sessuale completa deriva da una serie di diritti umani tutelati, quali il diritto di vivere liberi dalla violenza e dalla discriminazione, di godere del miglior stato possibile di salute fisica e mentale, ma anche il diritto di ricevere o comunicare informazioni e di ricevere un’istruzione di qualità e inclusiva, compresa l’educazione ai diritti umani. In un rapporto pubblicato nel 2010 sull’educazione sessuale, il Relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’educazione ha sottolineato che l’educazione sessuale “deve essere considerata un dirittoa sé stante, ed unito chiaramente ad altri diritti, in virtù del principio dell’interdipendenza e indivisibilità dei diritti umani.” La necessità di beneficiare di un’educazione sessuale è inoltre citata nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile ed è d’altronde essenziale per conseguire numerosi obiettivi previsti nell’Agenda.
Misure principali per migliorare l’attuazione di un’educazione sessuale completa
Un’educazione sessuale completa fa parte di un’educazione di qualità. Dovrebbe quindi essere prevista dalla legge, essere obbligatoria ed essere integrata nel sistema educativo fin dai primi anni della scolarità. È preoccupante constatare che, secondo un’indagine del 2018, l’educazione sessuale era obbligatoria unicamente in 11 dei 22 Stati membri del Consiglio d’Europa che erano stati esaminati.
Coloro che si oppongono ai corsi di educazione sessuale spesso invocano il diritto dei genitori di dispensare i figli dai corsi obbligatori di educazione sessuale. Tuttavia, le norme internazionali in materia di diritti umani relative alla libertà di religione o di credo non consentono ai genitori di fare esonerare i figli da tali corsi, se le informazioni pertinenti sono impartite in modo obiettivo e imparziale, come viene ugualmente ricordato in un documento tematico sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi delle donne, pubblicato dal mio Ufficio nel 2017. Ho pertanto appreso con soddisfazione che nel gennaio 2020, il Governo del Galles ha eliminato la possibilità dei genitori di impedire ai figli di seguire i corsi previsti dal programma scolastico relativi all’educazione sessuale inclusiva e all’affettività.
I programmi scolastici e i metodi didattici devono essere adattati alle diverse fasi di sviluppo dei bambini e prendere in considerazione l’evoluzione delle loro capacità di comprensione. Gli Orientamenti tecnici internazionali in materia di educazione sessuale, pubblicati dall’UNESCO nel 2018, si riferiscono a fasce d’età, a partire dai 5-8 anni, fino ai 15-18 anni e più. Come è sottolineato in questi orientamenti, è essenziale che i giovani ricevano informazioni sulla sessualità ei comportamenti sessuali non rischiosi prima di essere sessualmente attivi, per essere adeguatamente preparati ad avere rapporti sani e consensuali. L’UNESCO raccomanda inoltre metodi partecipativi e centrati sull’allievo, che consentono al bambino di sviluppare uno spirito critico.
Le informazioni fornite ai bambini nell’ambito dell’educazione sessuale devono essere pertinenti e basate sulle conoscenze scientifiche e sulle norme in materia di diritti umani.L’educazione sessuale non deve esprimere giudizi di valore, né contribuire a perpetuare pregiudizi e stereotipi. Il Comitato europeo dei diritti sociali ha sottolineato che “l’educazione in materia di salute sessuale e riproduttiva deve essere impartita agli alunni senza alcuna discriminazione, fondata su qualsiasi motivo” e non deve essere utilizzata “come mezzo per rafforzare stereotipi avvilenti per la dignità delle persone e per perpetuare forme di pregiudizio che contribuiscono all’esclusione sociale di gruppi tradizionalmente emarginati o di altri gruppi vittime di una discriminazione radicata o di altre situazioni di disagio sociale che conducono a una negazione della loro dignità umana.” I programmi scolastici relativi all’educazione sessuale dovrebbero inoltre essere valutati e riveduti regolarmente, per accertarsi che siano affidabili e corrispondano ai bisogni riscontrati.
È essenziale fornire alle famiglie informazioni precise sugli argomenti effettivamente trattati nell’educazione sessuale (e quelli che non saranno trattati) e spiegare loro i vantaggi che comporta per tutti, e non soltanto per i bambini. Per essere accettata e attuata con successo, l’educazione sessuale deve evidentemente prendere in considerazione il contesto culturale e religioso dei genitori e della popolazione locale. Gli istituti scolastici dovrebbero quindi essere incoraggiati a cooperare con i genitori e la comunità, e, ove necessario, con i responsabili religiosi, tenendo conto delle loro opinioni, purché non siano contrarie agli obiettivi dell’educazione sessuale, all’interesse superiore dei bambini e alle norme dei diritti umani.
È importante consultare e coinvolgere anzitutto gli stessi giovani, per accertarsi che il contenuto dell’educazione loro impartita sia utile e adatto alle loro esigenze. L’apprendimento reciproco tra compagni di scuola può svolgere un ruolo rilevante al riguardo. Ad esempio, il Ministero dell’Istruzione dell’Ucraina ha deciso, alla fine del 2019, di introdurre negli istituti scolastici dei programmi di educazione sessuale e di prevenzione dell’AIDS basati sull’insegnamento cooperativo, che sono impartiti da un’organizzazione giovanile internazionale.
Un’educazione sessuale completa deve ugualmente essere fornita ai bambini e ai giovani non scolarizzati. È particolarmente importante per i bambini e i giovani con disabilità, molti dei quali purtroppo non hanno ancora accesso al sistema educativo generale. Si tende ad ignorare la loro sessualità, o perfino a percepirla come dannosa, e sono di conseguenza sovente privati di qualsiasi informazione adeguata sulle questioni sessuali e relazionali, malgrado la loro particolare situazione di vulnerabilità agli abusi e allo sfruttamento sessuale. L’educazione sessuale online può rivelarsi un utile strumento per i bambini non scolarizzati, purché abbiano accesso a spazi digitali sicuri e inclusivi.
È infine indispensabile che gli insegnanti ricevano la formazione specializzata ed il sostegno di cui hanno bisogno per impartire corsi di educazione sessuale completa, indipendentemente dal fatto che certi aspetti di tale educazione siano affidati a educatori esterni alla scuola. Un mezzo efficace per consentire agli insegnanti di essere adeguatamente preparati al riguardo consiste nell’integrare sistematicamente dei corsi sull’educazione sessuale nei loro programmi di formazione, come è stato fatto in Estonia e in Finlandia. Inoltre, l’attuazione di corsi di educazione sessuale negli istituti scolastici dovrebbe essere accuratamente e regolarmente monitorata e valutata.
In considerazione delle crescenti difficoltà incontrate per l’attuazione dell’educazione sessuale e delle sempre più forti opposizioni che deve affrontare, è essenziale che i responsabili politici si pronuncino e ricordino alla popolazione che l’accesso a un’educazione sessuale completa è un diritto umano e un vantaggio per l’insieme della società. Tramite l’educazione sessuale si conoscono i propri diritti e si impara a rispettare i diritti altrui, a tutelare la propria salute e ad adottare un atteggiamento positivo nei confronti della sessualità e dei rapporti con gli altri. Consente inoltre di acquisire competenze utili per tutta la vita, quali la fiducia in sé, lo spirito critico e la capacità di prendere decisioni informate. È ovvio che non c’è nulla di riprovevole in tutto questo.
Dunja Mijatović
Riferimenti utili:
- Commissario per i diritti umani, Documento tematico “Salute e diritti sessuali e riproduttivi delle donne in Europa” (2017)
- Comitato delle Parti della Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali (Comitato di Lanzarote), 2°rapporto di attuazione, Protezione dei bambini contro gli abusi sessuali nella cerchia di persone fidate, 31 gennaio 2018
- UNESCO, Orientamenti tecnici internazionali in materia di educazione sessuale. Un approccio fattuale, edizione riveduta (2018)
- UNESCO, Switched on: Sexuality education in the digital space, Technical Brief, 2020
- Organizzazione mondiale della sanità, Ufficio regionale per l’Europa, Sexuality education in Europe and Central Asia: state of the art and recent developments. An overview of 25 countries (2018)
- Organizzazione mondiale della sanità, Ufficio regionale per l’Europa e Centro federale tedesco per l’educazione alla salute, (BZgA), Standard per l'educazione sessuale , (2010)
- Comitato ONU sui diritti dell’infanzia: Commento generale n.20 (2016) sull’attuazione dei diritti dell’infanzia durante l’adolescenza
- Rapporto presentato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite dal Relatore speciale per il diritto all’educazione, 2010