Media
Il ruolo dei media
I mass media comprendono sia i mezzi “tradizionali” di trasmissione come televisione, radio, film, CD o DVD, sia i mezzi stampati, ma anche la nostra “autostrada” delle informazioni, Internet, insieme a servizi come il World Wide Web, diffuso, appunto, tramite Internet.
I media hanno assunto un ruolo talmente importante nella nostra società che è ormai difficile immagine la vita senza televisione, e-mail, siti di condivisione video, portali di notizie online o blog. Il loro ruolo convenzionale di finestre sul mondo è in costante rafforzamento. I media hanno assunto nuove funzioni come forum di interazione sociale e comunicazione, luogo dove acquistare o vendere beni, raccogliere informazioni per qualunque scopo, pubblicare contenuti auto prodotti.
Per lungo tempo, i media tradizionali - talvolta definiti “il quarto potere” per analogia con i tre poteri tradizionali in una democrazia (legislativo, esecutivo, giudiziario) - hanno rappresentato un alleato per i cittadini nel mettere in discussione quelle politiche dei governi che avrebbero potuto recare danno alle persone. Tuttavia, parlando al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, Brasile, nel 2003, Ignacio Ramonet, giornalista e professore universitario, ha dichiarato che, poiché i mezzi di comunicazione convenzionali sono stati acquisiti da società transnazionali, essi sono divenuti un nemico, un mezzo potente per sfruttare ed opprimere le persone, piuttosto che proteggerle.1 Alcuni si riferiscono a Internet come “il quinto potere” poiché compete in modo sempre più acceso con i media tradizioni nel sollevare questioni e facendo da guardiano, nonché fornendo un nuovo canale per organizzare azioni civili.
L’intensificato potere dei media, soprattutto di Internet, può essere utile ad incrementare la consapevolezza e la partecipazione, migliorando l’accesso alle informazioni, ma vi sono anche dei pericoli intrinsechi. Esso può incoraggiare l’empatia e supportare l’attivismo per i diritti umani, ma rischia anche di alimentare odio, stereotipi e cattiva informazione. I bambini e i giovani sono soggetti particolarmente vulnerabili rispetto ai pericoli online.
Alcune dimensioni della natura mutevole dei media
- Al giorno d’oggi, ci affidiamo sempre meno ai formati più tradizionali dei giornali, televisione e radio per ricevere notizie e cerchiamo maggiori riscontri dalle fonti di comunicazioni online, dalla TV satellitare, dai blog e dai social network. Cerchiamo informazioni anche da cittadini che si improvvisano giornalisti, non soltanto da quelli con una formazione più tradizionale. Ciò sta avendo un impatto sul nostro scenario sociale e politico e sta determinando un cambiamento nelle strategie adottate dai governi repressivi, spaventati dagli effetti di questa rivoluzione nell’informazione.
Incanalare la protesta politica nei media
Durante la Primavera di Praga del 1968, la rivendicazione di libertà di stampa e di parola si diffuse attraverso le emittenti radio Ceche. La Rivoluzione Iraniana del 1979 venne promossa mediante la distribuzione di discorsi incisi su cassette clandestine. Le notizie di Piazza Tiananmen in Cina nel 1989 furono divulgate via fax. La Rivoluzione Arancione Ucraina del 2004-2005 fu promossa attraverso Internet e i cellulari. Entro la fine del decennio, gli strumenti di protesta sociale si sono spostati su Facebook e altri social network, YouTube e Twitter, come hanno dimostrato le proteste del dopo elezioni in Iran nel 2009, le rivoluzioni in Tunisia ed Egitto nel 2010-2011 ed altre proteste in Nord Africa e nel mondo arabo.
- Il rapido sviluppo delle telecomunicazioni e delle tecnologie dei media ha modificato la natura stessa dei mezzi di comunicazione; essi stanno divenendo parte integrante degli eventi che accadono. La trasmissione in diretta si è trasformata in un nuovo evento. Possiamo assistere in tempo reale non solo a partite di calcio, ma anche a episodi violenti che si possono verificare vicinissimo noi o negli angoli più remoti del pianeta.
- La commercializzazione soffoca la varietà nella programmazione, così come i programmi riferiti alle minoranze, alle culture alternative e alle sottoculture. La ricerca di indici di ascolto sempre più elevati si riflette in come le notizie e i fatti recenti vengono riportati. La presentazione delle notizie, la selezione degli estratti dei reality proposta agli spettatori è spesso caratterizzata dalla trivialità, dalla bizzarria, dallo scandaloso. Vi è sempre minore propensione a coprire le spese delle reti di servizio pubblico, che attualmente sono costrette alla commercializzazione.
I ragazzi europei tra i 12 e i 17 anni trascorrono 9,1 ore a settimana su Internet, mentre sono 11,4 le ore per le persone dai 18 anni in su, senza tener conto dell’uso professionale o accademico.2
- Le reti di comunicazione globale non solo fungono da veicolo per fornire e ricevere informazioni, ma hanno trasformato l’informazione in una delle risorse più preziose e nella base della nuova economia globale delle informazioni. Coloro che possiedono in maggior misura queste risorse con le annesse infrastrutture detengono poteri economici immensi, che possono anche essere convertiti in peso politico e diplomatico.
- Lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione e le reti media di vasta portata hanno alterato il nostro modo di vivere. Le persone trascorrono buona parte del loro orario lavorativo e del tempo libero di fronte a uno schermo. Il lavoro a distanza e l’apprendimento online si sono espansi in tutto il mondo a ritmo serrato. I genitori si preoccupano della dipendenza dei loro figli da TV, videogiochi, cellulari e comunità online, ma gli adulti ne sono ugualmente colpiti, sebbene i mezzi privilegiati possano differire.
Domanda: Come è cambiato il vostro uso dei media da quando eravate bambini?
I media e i diritti umani
Libertà di espressione
Il diritto umano più strettamente legato ai media è probabilmente il diritto alla libertà di opinione e di espressione.
La libertà di espressione, come sostenuto dagli strumenti per la tutela dei diritti umani, comprende il diritto di ricevere e diffondere informazioni, il diritto al silenzio, il diritto di maturare le proprie opinioni, come, ad esempio, il diritto di poter scegliere il proprio abbigliamento, copricapo, musica, letteratura e film; include anche l’espressione artistica, i discorsi politici, gli interventi commerciali, la libertà accademica e i diritti dei giornalisti. Una portata così ampia rende evidente come questo diritto sia fondamentale per l’auto-realizzazione e la dignità degli individui, come ricerca del significato e verità nella vita, e per lo sviluppo della nostra individualità. Questa libertà è anche cruciale per le comunità e le società nel loro insieme affinché progrediscano, per raggiungere uguaglianza, democrazia e autogoverno. La libertà di espressione è importante in sé e per sé e costituisce un prerequisito essenziale per poter godere di tutta un’altra serie di diritti e libertà.
I governi hanno sempre cercato di esercitare una qualche forma di controllo sui media e/o sull’accesso ai media in modo da poter influenzare le masse e guadagnare il loro supporto, o per impedire all’opposizione dal fare altrettanto. Mezzi di comunicazione altamente controllati, tuttavia, deprivano le persone della consapevolezza sociale, della conoscenza degli eventi globali, di strumenti affidabili di analisi, nonché di informazioni sullo stato dell’economica, sugli sviluppi politici e sui fatti sociali.
Il controllo statale dei media può realizzarsi in modo estremamente mirato, ad esempio monitorando il traffico internet o le conversazioni telefoniche in nome della sicurezza nazionale. Altre volte, i governi tentano di impedire totalmente l’accesso a un certo mezzo di comunicazione. Gli esempi spaziano dalla chiusura della rete mobile nazionale in Iran a metà del 2009 e in Egitto alla fine del 2010, al blocco delle stazioni radio e della Tv satellitare, fino all’esclusione dei giornalisti dalle zone di conflitto. Nel 2009, ad esempio, ai giornalisti fu imposto di lasciare la provincia di Xinjian a nord-est della Cina, affinché non riferissero la violenza etnica in quell’area.
L’UNESCO tiene un conteggio dei giornalisti assassinati nell’esercizio della loro professione. Nel 2011, ad esempio, 56 giornalisti sono stati uccisi sul lavoro4.
Il controllo dei media da parte dei governi riguarda anche l’Europa. In Ungheria, per esempio, è stata introdotta nel 2011 una legge sui media che consente all’autorità competente di controllare tutti gli organi di comunicazione, compresi quelli dei privati, di imporre multe e di sospendere o oscurare mezzi di comunicazione sulla base di principi vagamente definiti. In varie nazioni europee la diffamazione è tuttora criminalizzata. I giornalisti possono essere incarcerati se riferiscono o pubblicano fatti o opinioni che offendono una persona. Nei suoi giudizi relativi a casi di diffamazione, la Corte Europea dei Diritti Umani ha ripetutamente affermato che “…l’imposizione di una sentenza di arresto per un’offesa a mezzo stampa sarebbe compatibile con la libertà di espressione dei giornalisti…solamente in casi eccezionali, specialmente quando sono stati lesi altri diritti fondamentali, come, ad esempio, nel caso dei discorsi d’odio o dell’incitamento alla violenza…”3
Se non crediamo nella libertà di espressione per le persone che disprezziamo, non crediamo in essa affatto.
Noam Chomsky
La Corte Europea dei Diritti Umani ha intrapreso un lungo percorso per fornire un quadro sulla misura in cui la libertà di espressione possa essere limitata, in conformità con l’Articolo 10 (2). La Corte ha evidenziato che tale diritto è “uno dei fondamenti essenziali della società democratica” 5 e che la libertà giornalistica consente il possibile uso di un certo “grado di esagerazione o addirittura provocazione”6, perfino quando possa “offendere, scioccare o disturbare”.
Dieci minacce alla libertà di espressione
Ogni anno, quattro speciali relatori internazionali sulla libertà di espressione rilasciano una dichiarazione congiunta. Nella loro dichiarazione del 2010 hanno identificato le seguenti dieci principali minacce alla libertà di espressione7:
1. Meccanismi di controllo governativo sui media
2. Diffamazione criminale
3. Violenza contro i giornalisti
4. Limitazioni al diritto di informazione
5. Discriminazione nell'esercizio del diritto di libertà di espressione
6. Pressioni commerciali
7. Difficoltà nel supportare il servizio pubblico e le reti indipendenti
8. Sicurezza e libertà di espressione
9. Libertà di espressione su Internet
10. Accesso alle tecnologie per l'informazione e la comunicazione
Il diritto all'informazione
Il diritto all’informazione - o il diritto a conoscere - implica che il grande pubblico sia in grado di partecipare al libero flusso delle informazioni e sapere cosa accade nella propria comunità. Secondo la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, il diritto alla libertà di espressione “deve includere la libertà di ricercare, ricevere e diffondere informazioni e idee di ogni tipo, senza riguardo a frontiere”. “Ricercare e ricevere” rappresentano il diritto dell’uomo all’informazione.
I media, giornali e riviste (stampati o online) e i notiziari in TV sono alcune delle fonti basilari da cui i cittadini attingono informazioni. I mezzi di comunicazione possono fornire informazioni affidabili al pubblico a patto che sia garantito il loro accesso a tutte le informazioni (purché non protette per scopi legittimi). Gli individui dovrebbero avere libero accesso a tutte le informazioni che le autorità possiedono sul loro conto. Inoltre, nell’odierna società dell’informazione, l’uguaglianza nell’accesso all’educazione, alla formazione, alla scienza, alla tecnologia e all’impiego può essere garantito soltanto se vengono eliminate le diseguaglianze nell’accesso all’informazione.
Domanda: Cosa significa per voi il diritto di sapere?
Il conflitto tra i diritti umani correlati ai media
La libertà è totalmente priva di efficacia se le persone non hanno accesso alle informazioni. L’accesso alle informazioni è basilare in uno stile di vita democratico.
Abid Hussain, Relatore speciale delle Nazioni Unite
La libertà di espressione può entrare in conflitto con altri diritti umani. Una parte di tali diritti include il diritto alla privacy, che comprende l’essere liberi da interferenze con la propria privacy, famiglia, casa e corrispondenza e il diritto alla protezione da attacchi al proprio onore o reputazione. I media, ad esempio, vengono spesso accusati di violare la privacy delle celebrità pubblicando loro foto o informazioni sulla loro vita privata senza consenso
In aggiunta, c’è il rischio di un contrasto tra la libertà di espressione e il divieto di discriminazione nei casi in cui questa libertà venga utilizzata per incitare all’odio e mostri le caratteristiche tipiche del “discorso d’odio”. I discorsi d’odio hanno un impatto maggiore e più lesivo se diffusi attraverso i media. Vi è ormai consenso internazionale sul fatto che i discorsi d’odio debbano essere legalmente proibiti e che tali divieti dovrebbero scavalcare le garanzie della libertà di espressione.
La libertà di espressione non è un diritto assoluto. Secondo l’articolo 29 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’esercizio dei diritti e delle libertà può essere limitato per assicurare il rispetto e il riconoscimento dei diritti e delle libertà degli altri. In particolare, l’articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali afferma che l’esercizio del diritto alla libertà di espressione “poiché comporta doveri e responsabilità, può essere sottoposto alle formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che costituiscono misure necessarie, in una società democratica, alla sicurezza nazionale, all’integrità territoriale o alla pubblica sicurezza, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, alla protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o per garantire l’autorità e l’imparzialità del potere giudiziario”.
Come per il libero mercato, la libertà di espressione può produrre effetti dannosi se completamente priva di limitazioni.
Lord Patten9
Secondo il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, il discorso d’odio comprende tutte le forme di espressione che diffondono, promuovono o giustificano l’odio razziale, la xenofobia, l’antisemitismo o altre forme di odio basate sull’intolleranza.10
Un campo che ha richiamato l’attenzione negli ultimi anni è la limitazione della libertà di espressione sulla base del rispetto verso un credo o una religione derivante dal diritto umano alla libertà di pensiero, coscienza e culto. È stata richiamata l’attenzione sull’importanza delle linee guida, buone pratiche ed etica nelle pratiche giornalistiche. Numerose organizzazioni, incluse quelle inter-governative come il Consiglio d’Europa o l’UNESCO, reti come l’Alleanza per la Stampa Indipendente del Consiglio d’Europa e ONG come ARTICOLO 19, hanno sviluppato principi etici e linee guida professionali per la comunicazione che siano conformi agli standard dei diritti umani o che impongano ai soggetti interessati di definire tali standard. Tuttavia, vi è la preoccupazione, all’estremo opposto, che i governi non abusino della legislazione anti-estremismi al fine di limitare forme di espressione legittime.11
Mezzi di comunicazione liberi, indipendenti e pluralisti che si fondano sulla libertà d’informazione ed espressione sono un elemento fondamentale di ogni democrazia che funzioni.
Thomas Hammarberg12
Un'altra questione centrale spesso sollevata dagli attivisti per la libera espressione è l’importanza del pluralismo nei media.
Il pluralismo nei mezzi di comunicazione differisce dalla questione dell’”equilibrio”, che talvolta può essere un controsenso nei diritti umani. Quando vengono riferite violazioni dei diritti umani, ci serve necessariamente la voce di chi ha violato tali diritti per questioni di “equilibrio”? Quando si tratta il cambiamento climatico, dobbiamo per forza “equilibrare” il messaggio con l’opinione di chi dice che è tutto frutto d’immaginazione?
Il pluralismo nei media, invece, riguarda l’opporsi al possesso dei media da parte di pochi - riconducendo i timori alla comunicazione sbilanciata, ai compromessi politici e al negare il diritto di parola ad altri. Un panorama pluralistico nelle comunicazioni può anche resistere a tre grandi tentazioni: la manipolazione dei media da parte dei politici in cambio di una buona copertura, il controllo dei mezzi di comunicazione dei maggiori istituti finanziari e banche in cambio di controlli meno rigorosi delle loro attività e la manipolazione mediatica delle elezioni.
Domanda: Com'è il panorama delle comunicazioni nel tuo paese? Chi possiede la maggiorazna delle emittenti? Quanto è garantito il pluralismo?
La governance di internet e il Consiglio d'Europa
Internet è un sistema di reti informatiche interconnesse, la cui operatività non è centralizzata. Per questa ragione, Internet è un forum per la libertà di espressione, ma ciò pone anche delle questioni riguardo responsabilità e governance.
I costanti sviluppi nella società dell’informazione mettono le organizzazioni internazionali di fronte alla sfida di dover difendere e mantenere i principi dei diritti umani negli ambienti online. Per affrontare queste difficoltà, il Consiglio d’Europa ha messo a punto varie convenzioni e raccomandazioni. Uno di questi documenti è la Convezione sulla Criminalità Informatica (2001), che mira a proteggere sia contro nuovi tipi di crimine, sia contro crimini tradizionali perpetrati mediante le nuove tecnologie. Il Protocollo Aggiuntivo a questa convenzione invoca la criminalizzazione di atti di natura razzista e xenofoba commessi attraverso sistemi informatici.
Un altro strumento importante è la Convezione sull’Accesso ai Documenti Ufficiali (2008), che garantisce il diritto di ognuno, senza discriminazione di alcun tipo, ad avere accesso, su richiesta, a documenti ufficiali in possesso delle autorità pubbliche.
Il potere dei mezzi di comunicazione può essere mal utilizzato, specialmente in un contesto di forte concentrazione dei media, a scapito del pluralismo e della democrazia.
Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa13
Al fine di proteggere la libertà di espressione e altri diritti e principi umani nei nuovi ambienti mediatici, il Consiglio d’Europa lavora sulla governance di Internet a fianco di altri stakeholder. Il Comitato dei Ministri ha adottato dieci principi per la governance di Internet14 Internet14 e ha proposto un nuovo modo di concepire i media15 , raccomandando che ai social network, ai giochi online e ai siti di whistleblowing siano garantiti i diritti della libertà di espressione come stabilito dall’Articolo 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e ha suggerito un quadro di riferimento per la cooperazione tra gli stati membri al fine di preservare una rete Internet globale, aperta e stabile come mezzo di salvaguardia della libertà di espressione e dell’accesso alle informazioni16. L’importanza della libertà dei media per una democrazia sana è stata riaffermata nella “Dichiarazione del Comitato dei Ministri sulla protezione della libertà di espressione e la libertà di riunione e associazione per ciò che riguarda le piattaforme Internet private e i fornitori di servizi online” 17
I dieci prinicipi della governance di internet
The Internet Literacy Handbook18
Adottati dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 21 settembre 2011
1. Proteggere tutti i diritti e le libertà fondamentali e affermazione della loro universalità, indivisibilità, interdipendenza e interrelazione.
2. Assicurare la piena partecipazione dei governi, del settore privato, della società civile, della comunità tecnica e degli utenti.
3. Affermare la responsabilità degli Stati riguardo le questioni delle politiche pubbliche internazionali legate a Internet.
4. Sostenere gli utenti di internet nell'esercizio dei loro diritti e delle loro libertà fondamentali e nella partecipazione agli accordi sulla governance di internet.
5. Mantenere Internet universale, riconoscendone la natura globale e l'obbiettivo dell'accesso universale.
6. Preservare l'integrità di Internet garantendo la sua sicurezza, stabilità e resilienza.
7. Preservare la natura decentralizzata delle responsabilità nella gestione quotidiana di Internet.
8. Preservare gli standard aperti e l'interoperabilità di Internet, come la sua natura end-to-end.
9. Garantire il maggior accesso possibile ai contenuti, applicazioni e servizi Internet.
10. Preservare la diversità culturale e linguistica dentro e attraverso Internet.
I media e i giovani
Vorrei somigliare a Cindy Crawford.
Cindy Crawford, top model.
I media e le tecnologie per l’informazione e la comunicazione giocano un ruolo centrale nelle vite dei giovani di oggi e sono tra i fattori principali che hanno plasmato l’attuale generazione di ragazzi e ragazze. Molti bambini possono essere considerati nativi digitali: crescono in un ambiente in cui le tecnologie dell’informazione sono parte della vita di tutti i giorni e imparano a utilizzare i dispositivi digitali prima di essere in grado di parlare o camminare. Si suppone che, come effetto, perfino le loro strutture cerebrali differiscano da quelle delle generazioni precedenti! Tuttavia, l’esistenza di questo gap digitale tra i giovane e la generazione dei loro genitori è stata messa in discussione19. Alcuni studi hanno dimostrato che il digital divide non sia caratterizzato dall’età, ma dall’accesso e dalle opportunità.20
La pace non è solo un fine remoto da raggiungere, ma un mezzo per raggiungere quel fine.
Martin Luther King Jr.
I giovani abitualmente trascorrono molte ore al giorno guardando la TV, giocando a videogiochi online, chattando, bloggando, ascoltando musica, pubblicando foto di se stessi e cercando altre persone con cui comunicare online. Questo mondo virtuale può presentare sia opportunità sia trappole. L’utilizzo di mezzi elettronici, digitali e online ha numerosi effetti positivi: è piacevole, educativo e permette di socializzare. Tuttavia, contiene anche il potenziale di danneggiare i giovani e le comunità, a seconda dell’uso che se ne fa. L’influenza dei mass media, che siano trasmissioni o contenuti online, è discutibile; i ricercatori hanno, comunque, rilevato i seguenti effetti avversi:
- Tempo trascorso davanti alla TV: si ritiene che trascorrere parecchio tempo di fronte a uno schermo contribuisca a problemi del sonno e abbassi il livello delle performance scolastiche
- Violenza: si suppone una correlazione tra l’esposizione a violenza mediatica e comportamenti aggressivi e violenti
- Consumismo: la pubblicità nelle sue diverse forme è accusata di manipolare il pubblico
- Valori: i giovani hanno la tendenza a pensare meno in maniera autonoma e a seguire i valori dettati dai media
L’informazione è l’ossigeno della democrazia. Se le persone non sanno cosa stia accadendo nella loro società, se le azioni di chi le governa sono nascoste, esse non possono prendere parte in modo significativo alle questioni di quella società. Ma l’informazione non è soltanto una necessità per le persone - è una parte essenziale del buon governo
ARTICLE 19ONG che si batte per il diritto alla libertà di espressione 8
- Stereotipi: i media vengono incolpati di perpetrare stereotipi sociali nocivi o irrealistici, specialmente riguardo i ruoli di genere e le caratteristiche etniche.
- Autostima: i media dell’intrattenimento hanno un’influenza crescente sullo stile e l’identità dei giovani. Gli ideali associati con i role model offerti dai media creano frustrazione nei giovani e diminuiscono la loro autostima poiché è praticamente impossibile essere all’altezza di quegli standard. La pressione sull’essere “perfetti” spesso conduce a problemi di salute come i disordini alimentari.
Gli sviluppi nelle tecnologie per l’informazione e la comunicazione portano immense opportunità, ma anche nuovi pericoli per bambini e ragazzi, che possono, ad esempio, dimostrarsi incauti nel condividere dati personali utilizzati per pubblicità non desiderata e aprire, così, il campo ai predatori online. Le moderne tecnologie per l’informazione - come altri tipi di tecnologie - possono essere utilizzate per finalità illecite come le molestie sessuali, l’intimidazione sessuale, gli attacchi omofobi e altre forme di violenza basate sul genere mediante attacchi verbali o abuso di foto o video. I giovani stessi usano talvolta lo spazio online non controllato per inviare messaggi crudeli foto denigratorie indirizzate ai loro pari.
“Killing Us Softly”, serie di film creata da Jean Kilbourne, paladina dell’educazione media, mostra come la pubblicità mediatica promuova ideali femminili distorti e distruttivi.21
Lo spirito critico nei confronti delle fonti in un’era di abbondanza di informazioni è un’abilità cruciale da sviluppare. Tuttavia, con l'arrivo del “Web 2.0” (applicazioni web che facilitano la condivisione partecipata delle informazioni e consentono agli utenti di interagire e collaborare l’uno con l’altro come creatori di contenuti) si deve giungere allo sviluppo di un codice di condotta per Internet, con la consapevolezza delle conseguenze indesiderate per le nostre azioni online. Risulta abbastanza chiaro che, quando si tratta di condividere informazioni personali riguardo se stessi o altri, molte persone non si rendano conto di quanto sia pubblico e duraturo tutto ciò che è presente su Internet.
Una risposta a queste questioni è cercare di educare le persone a essere consumatori e comunicatori mediatici più critici e sofisticati. L’educazione ai media mira a rendere tutti i cittadini, in particolare i giovani, consapevoli del potere dei media e a sviluppare la capacità di distinguere tra informazione di buona o cattiva qualità, messaggi di apertura o di odio. L’educazione ai media può aiutare il pubblico a imparare ad essere selettivo piuttosto che vulnerabile nei confronti della pubblicità e a salvaguardare la propria privacy online, mantenendo un adeguato livello di privacy.
La protezione e la responsabilizzazione dei bambini hanno la massima priorità sull’agenda del Consiglio d’Europa. La “Raccomandazione sulla responsabilizzazione dei bambini nei nuovi ambienti della comunicazione e informazione” (2006) afferma che gli stati membri dovrebbero prevedere una Information literacy coerente e strategie di formazione che conducano a rafforzare i bambini e i loro educatori affinché facciano il miglior uso possibile dei servizi e delle tecnologie per la comunicazione e l’informazione. L’importanza di promuovere abilità e alfabetizzazione legate a Internet viene nuovamente affermata in un’altra Raccomandazione (2009)22, che richiama gli Stati membri a sviluppare e promuovere - in collaborazione con gli attori del settore privato e la società civile - strategie per proteggere i bambini da contenuti e comportamenti potenzialmente dannosi e che, al contempo, favoriscano la loro partecipazione attiva nei nuovi ambienti dell’informazione e della comunicazione.
Endnotes
1 Seneviratne Kalinga, "Global Media – It's Time to Create a Fifth Power," TerraViva Online, 2003: http://ipsnews.net/fsm2003/27.01.2003/nota26.shtml
2 Eric Pfanner, "TV Still Has a Hold on Teenagers", The New York Times, 13 dicembre 2009, in riferimento ad un sondaggio svolto da Forrester research firm: www.nytimes.com/2009/12/14/business/media/14iht-cache14.html
3 E.g. Case of Cumpănă and Mazăre v. Romania, Application no. 33348/96, Judgment, Strasbourg, 2004: www.5rb.com/docs/Cumpana%20and%20Mazare-v-Romania%20ECHR%2017%20Dec%202004.pdf
4 Per ulteriori informazioni, vedere UNESCO Remembers Assassinated Journalists: http://portal.unesco.org
5 Handyside contro Regno Unito, 1979
6 Prager and Oberschlick contro Austria, 1995
7 "Tenth Anniversary Joint Declaration: Ten Key Challenges to Freedom of Expression in the Next Decade": www.article19.org/data/files/pdfs/standards/tenth-anniversary-joint-declaration-ten-key-challenges-to-freedom-of-express.pdf
8 "The Public's Right to Know: Principles on Freedom of Information Legislation", Articolo 19, Londra, 1999, p. 1: www.article19.org
9 Lord Patten of Barnes, Chairman of the BBC Trust, Speech to the Society of Editors Annual Conference, "Ethics and journalism after the News of the World", 13 novembre 2011: www.bbc.co.uk/bbctrust/news/speeches/2011/ethics_journalism.shtml
10 Weber Anne, Manual on Hate Speech, Council of Europe Publishing, 2009, p.
11 Leggi di più su SOVA centro per informazioni ed analisi, Misuse of Anti-Extremism Legislation a febbraio 2011: http://www.sova-center.ru/en/misuse
12 Human rights and a changing media landscape, Council of Europe Publishing, 2011
13 The Council of Europe, Committee of Ministers, "Recommendation CM/Rec (2011)7 of the Committee of Ministers to member states on a new notion of media, 21 September 2011":
14 Dichiarazione della Commissione dei Ministri sulla governance di Internet, 21 settembre 2011
15 Raccomandazione su un nuovo concetto di media, 21 settembre 2011
16 Raccomandazione della protezione e la promozione dell'universalità, l'intrgrità e l'uniiversalità di internet, 21 settembre 2011
17 Dichiarazione sulla protezione della libertà di espressione e la libertà di riunione in associazione con attenzione alle piattaforme internet private e sui fornitori di servizi online, 7 dicembre 2011
18 Janet Richardson et al, The Internet Literacy Handbook, Council of Europe, 2006
19 Leggi di più: VanSlyke Timothy, Digital Natives, Digital Immigrants: Some Thoughts from the Generation Gap; http://technologysource.org/?view=article&id=77
20 E.g. Brown C. & Czerniewitz L., Debunking the digital native: beyond digital apartheid, towards digital democracy, Journal of Computer Assisted Learning, Volume 26, Issue 5, pages 357–369, October 2010
21 Ulteriori informazioni su Killing Us Softly 4, gli ultimi episodi della serie www.mediaed.org/cgi-bin/commerce.cgi?preadd=action&key=241#filmmaker-about
22 Raccomandazione sulle misure per la protezione dei bambini dai contenuti pericolosi e sui comportamenti per promuovere la loro partecipazione attiva nell' ambiente dei nuovi mezzi di informazione e comunicazione. 8 luglio 2009
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- 8 febbraioLa giornata per internet sicuro
- 12 marzoGiornata mondiale contro la censura vistuale
- 3 maggioGiornata mondiale della libertà di stampa
- 28 settembreGiornata internazionale del diritto alla conscenza
- 21 novembreGiornata mondiale della televisione
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, articolo 19