La Commissione del Consiglio d’Europa contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) ha pubblicato le sue conclusioni sull’attuazione, da parte di Russia e Lettonia, delle sue raccomandazioni prioritarie formulate nel 2019.
Nelle sue conclusioni, l’ECRI esprime preoccupazione per la mancata attuazione da parte della Russia delle sue raccomandazioni prioritarie, riguardanti l’istituzione di un organismo indipendente dagli organi giudiziari e di polizia, incaricato di indagare su tutte le denunce contro le forze dell’ordine, e l’abolizione del divieto di fornire informazioni sull’omosessualità ai minori, conformemente alla sentenza del 2017 della Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso Bayev e altri c. Russia.
Nelle sue conclusioni sulla Lettonia, l’ECRI rileva che il paese ha attuato una raccomandazione, cioè quella riguardante l’attribuzione automatica della cittadinanza lettone ai bambini nati da coppie di “non cittadini”. L’ECRI ritiene tuttavia insufficienti le misure adottate per affrontare i reati fomentati dall’odio. In particolare, fa osservare che la polizia di prossimità non è un’alternativa accettabile rispetto alla creazione di un’unità specializzata all’interno della Polizia di Stato, come raccomandato nel suo rapporto del 2019. La polizia di comunità, se istituita in modo efficace, può rivelarsi un’utile misura complementare, oltre alla creazione di un’unità specializzata, per contrastare i crimini d’odio a sfondo razziale e omo-transfobico, ma non può sostituirsi adeguatamente ad essa.
Le conclusioni pubblicate dall’ECRI si riferiscono unicamente a due raccomandazioni specifiche rivolte a ciascuno dei due paesi, per le quali era stato richiesto un processo di monitoraggio prioritario; non intendono fornire un’analisi completa di tutte le evoluzioni intervenute in Russia e Lettonia nella lotta contro il razzismo e l’intolleranza, tema che sarà trattato nei prossimi rapporti di monitoraggio completi, previsti nel 2024.