A seguito del secondo Vertice internazionale sulla modifica del genoma umano e dopo l’annuncio della nascita di due bambini in Cina dopo un intervento sul genoma, il Comitato di bioetica (DH-BIO) del Consiglio d’Europa, che rappresenta 47 Stati europei, ritiene importante ribadire la sua Dichiarazione sulle tecnologie per la modifica del genoma adottata durante la sua ottava riunione plenaria (1-4 dicembre 2015).
L’etica e i diritti umani devono guidare qualsiasi utilizzo di tecnologie per la modifica del genoma sugli esseri umani e la Convenzione sui diritti umani e la biomedicina (“Convenzione di Oviedo”, 1997), unico strumento internazionale giuridicamente vincolante che affronta i diritti umani in campo biomedico, fornisce un quadro di riferimento unico(*).
(*) La Convenzione di Oviedo è il risultato di un dibattito approfondito a livello europeo sugli sviluppi in campo biomedico, in particolare nel campo della genetica. Questo lavoro è stato guidato dal riconoscimento delle prospettive positive della modifica genetica con lo sviluppo della conoscenza del genoma umano, ma anche dalle maggiori possibilità di intervento e controllo sulle caratteristiche genetiche degli esseri umani, cosa che solleva preoccupazioni rispetto a un possibile utilizzo errato o abuso, in particolare la modifica intenzionale del genoma umano per produrre individui o gruppi di individui dotati di caratteristiche particolari e di qualità auspicate. L’articolo 13 della Convenzione risponde alle preoccupazioni sull’aumento delle capacità attraverso la genetica o la manipolazione genetica delle cellule germinali limitando le finalità di qualsiasi intervento sul genoma umano (compreso nel campo della ricerca) alla prevenzione, alla diagnosi o alla terapia. Inoltre, proibisce qualsiasi intervento che abbia come scopo quello di introdurre modifiche nel genoma dei discendenti.