“L’aumento delle disuguaglianze è un’importante sfida per l’Europa e la protezione dei diritti sociali in tutto il continente deve essere una priorità assoluta. Chiedo ai nostri Stati membri di impegnarsi ulteriormente a favore della Carta sociale”, ha sottolineato il Segretario generale Thorbjørn Jagland, in occasione del 20esimo anniversario dell’entrata in vigore della Carta sociale riveduta.
Dal 1949, il rispetto dei diritti sociali e il progresso sociale fanno parte sia degli obiettivi del Consiglio d’Europa sia dei suoi principali strumenti destinati a essere il “fondamento dei principi di libertà personale, libertà politica e preminenza del Diritto, dai quali dipende ogni vera democrazia”, come riportato nello Statuto del Consiglio d’Europa, testo fondatore dell’Organizzazione. Il progresso sociale, nonché la protezione dei diritti sociali e della giustizia sociale, non sono solo un principio caratteristico della democrazia, ma sono anche un indicatore del suo funzionamento. Se si interrompe il progresso sociale e i diritti sociali non sono protetti o la giustizia sociale non è assicurata, il legame operativo tra i cittadini e i loro rappresentati risulta spezzato.
“L’entrata in vigore della Carta sociale europea riveduta è stato il culmine di un processo di riforma e modernizzazione, che ha consentito di definire nuovi diritti in virtù della normativa internazionale in materia di diritti umani e di attuare i meccanismi necessari per il loro monitoraggio. Ha rafforzato la protezione dei diritti sociali per rispondere alle necessità del XXI secolo”, ha sottolineato il Presidente del Comitato europeo dei diritti sociali, Giuseppe Palmisano.
“Il Comitato dei Ministri ha riaffermato chiaramente a Helsinki l’importanza dei diritti sociali in tutto il continente e ha invitato gli Stati membri che non lo hanno ancora fatto a prendere in considerazione la firma e la ratifica della Carta sociale europea riveduta e del suo Protocollo aggiuntivo che prevede un sistema di reclami collettivi. La promozione dei diritti sociali è una delle priorità della Presidenza francese del Comitato dei Ministri e, a tale proposito, il 19 settembre sarà organizzato un evento sul tema “rafforzare la protezione dei diritti sociali in Europa per maggiori unità e uguaglianza”, ha aggiunto l’Ambasciatore Jean-Baptiste Mattéi.
Contesto:
La Carta sociale europea è un trattato del Consiglio d’Europa, firmato il 18 ottobre 1961 a Torino, che garantisce le libertà e i diritti fondamentali della vita quotidiana: l’alloggio, la salute, la sicurezza sul lavoro, l’istruzione e la formazione, l'occupazione, la tutela giuridica e sociale, la libera circolazione delle persone, la non discriminazione e la parità di retribuzione. Il contenuto della Carta è stato arricchito mediante una versione rivista nel 1996, entrata in vigore il 1 luglio 1999.
Il Comitato europeo dei diritti sociali è un organo composto da 15 membri indipendenti e imparziali. Si pronuncia sulla conformità della legge e della prassi degli Stati parti rispetto alla Carta. Il Comitato controlla che gli Stati parti rispettino gli impegni previsti dalla Carta attraverso due procedure: i rapporti nazionali e i reclami collettivi. Nel quadro della procedura dei rapporti, adotta delle “conclusioni” e, nel quadro dei reclami collettivi, adotta delle “decisioni”. Il Protocollo entrato in vigore nel 1998 consente alle organizzazioni sindacali, alle organizzazioni dei datori di lavoro e alle organizzazioni non governative, nazionali o internazionali, di presentare al Comitato reclami riguardanti violazioni della Carta. Non tutti gli Stati membri hanno adottato tutte le disposizioni della Carta e la procedura dei reclami collettivi.