“Il 2016 sarà probabilmente considerato come un punto di svolta decisivo per i diritti umani in Europa”, ha dichiarato oggi Nils Muižnieks, Commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, presentando il suo Rapporto d’attività annuale per il 2016. “Ricorderemo questo periodo o come il fondo dal quale gli Stati europei, individualmente e collettivamente, riemergono per riaffermare il loro impegno nei confronti dei diritti umani, oppure come l’inizio della fine del sistema europeo dei diritti umani e dell’integrazione europea”.
Il Commissario ha sottolineato una situazione senza precedenti nella quale tre paesi - l’Ucraina, la Francia e adesso la Turchia – hanno previsto una deroga alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il 2016, ha ribadito, si è anche distinto per delle iniziative nazionali ed europee che pregiudicano il diritto di asilo, il referendum sulla Brexit nel Regno Unito, il tentativo di colpo di stato in Turchia, e il conseguente deterioramento della situazione dei diritti umani nel paese, l’adozione da parte della Polonia di misure politiche che minacciano gravemente lo Stato di diritto e l’elezione di Donald Trump, come Presidente degli Stati Uniti.