Il Consiglio d’Europa ha chiesto oggi ai suoi 47 Stati membri di assumere un approccio precauzionale allo sviluppo e all’utilizzo di sistemi algoritmici e di adottare norme, politiche e pratiche che rispettino appieno i diritti umani.
In una Raccomandazione sugli impatti dei sistemi algoritmici sui diritti umani, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha formulato una serie di linee guida che invitano i governi a garantire la non violazione dei diritti umani attraverso l’utilizzo, lo sviluppo o l’acquisizione di sistemi algoritmici. Inoltre, in quanto legislatori, devono stabilire quadri legislativi, regolamentari e di supervisione efficaci e prevedibili, in grado di prevenire, individuare e proibire le violazioni dei diritti umani e di porvi rimedio, siano esse imputabili ad attori pubblici o privati.
La raccomandazione riconosce il grande potenziale dei processi algoritmici nel promuovere l’innovazione e lo sviluppo economico in numerosi ambiti, tra cui la comunicazione, i trasporti, la governance e i sistemi sanitari. Nell’attuale pandemia da COVID-19, i sistemi algoritmici vengono utilizzati per la previsione, la diagnostica e la ricerca di vaccini e cure. Un numero crescente di Stati membri sta prendendo in esame dispositivi di monitoraggio digitale avanzati, basati anche questi su algoritmi e automazione.
Allo stesso tempo, la raccomandazione mette in guardia rispetto alle importanti sfide per i diritti umani associate all’utilizzo di sistemi algoritmici, soprattutto per quanto riguarda il diritto a un equo processo; il diritto al rispetto della privacy e alla protezione dei dati; il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; il diritto alla libertà di espressione e di assemblea; il diritto alla parità di trattamento; e i diritti economici e sociali.