La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) ha pubblicato i suoi nuovi rapporti di monitoraggio su Danimarca, Principato di Monaco ed Estonia.
Nel suo rapporto sulla Danimarca, l’ECRI invita le autorità danesi a predisporre, in via prioritaria, un piano d’azione nazionale di contrasto al razzismo, rivolgendo un’attenzione particolare alla prevenzione del razzismo e della discriminazione nei confronti dei musulmani. Tale piano d’azione dovrebbe coprire il settore dell’istruzione, la sensibilizzazione, la promozione di contro-narrative e la formazione di professionisti competenti, quali gli agenti delle forze dell’ordine e gli insegnanti. Dovrebbe inoltre mirare a includere tra i membri del personale dei professionisti di origine musulmana e appartenenti ad altre minoranze.
La seconda raccomandazione specifica per la quale l’ECRI richiede alle autorità danesi un’attuazione prioritaria è quella di evitare lo sgombero forzato di famiglie di origine immigrata dai quartieri composti dalle cosiddette “società parallele”. L’ECRI, pur comprendendo che l’obiettivo di tali sgomberi è quello di ottenere in tali aree una mescolanza più equilibrata di abitanti “non occidentali”, cittadini dell’Ue e “di origine danese”, ritiene tuttavia che le autorità dovrebbero piuttosto introdurre degli incentivi per stimolare la presenza di tutti i gruppi di popolazione, al fine di diversificare la popolazione di tali aree. Oltre al problema degli sgomberi forzati, l’ ECRI esprime preoccupazione per le più vaste conseguenze della politica ufficiale delle cosiddette “società parallele”, fino a poco tempo fa definita come politica del “ghetto”, e per la legislazione pertinente, che fa una distinzione tra migranti “occidentali” e “non occidentali” e rischia di causare stigmatizzazioni nei confronti di questi ultimi in numerosi settori.
Per quanto concerne l’Estonia, la Commissione antirazzismo del Consiglio d’Europa invita le autorità del paese a garantire che la legislazione generale contro la discriminazione sia accessibile ed efficace e ad affrontare il problema dei discorsi d’odio di stampo razzista e ostili nei confronti delle persone LGBTI. Inoltre, occorrerebbe modificare il quadro giuridico attuale sul riconoscimento e sulla rettifica del genere per renderlo conforme alle norme del Consiglio d’Europa.
Le autorità dovrebbero fornire risposte più incisive contro il discorso d’odio, istituendo un gruppo di lavoro interistituzionale incaricato di sviluppare una strategia globale per affrontare efficacemente il problema del discorso di incitamento all’odio razzista e all’ostilità nei confronti delle persone LGBTI. Le autorità dovrebbero organizzare un’ampia consultazione di professionisti, in particolare insegnanti e altri operatori del settore dell’istruzione che lavorano con alunni e studenti di origine russa e di altre origini non estoni, con le associazioni di genitori e le organizzazioni rappresentative delle comunità interessate, per favorire un’attuazione efficace delle nuove strategie dell’Estonia nel settore dell’istruzione.
La Commissione antirazzismo del Consiglio d’Europa ha invitato le autorità del Principato di Monaco ad adottare una legge che vieti ogni forma di discriminazione, a intraprendere misure nei settori dell’occupazione e dell’alloggio e a intensificare gli sforzi per contrastare il discorso d’odio online. L’ECRI raccomanda espressamente di eliminare ogni ingiustificata disparità di trattamento tra coppie dello stesso sesso e quelle di sesso diverso, di adottare provvedimenti per sensibilizzare sui trattamenti razzisti e discriminatori, facilitando l’accesso a un’assistenza appropriata per le vittime di tali discriminazioni, in particolare nei casi di episodi di bullismo a scuola e di lavoro irregolare e non dichiarato, di includere nell’ordinamento interno una procedura per l’esame delle richieste di asilo in conformità con il diritto internazionale e di stabilire norme chiare per disciplinare il diritto al ricongiungimento familiare e ai permessi di soggiorno, nonché di vietare la possibilità di porre fine al rapporto di lavoro senza un valido motivo e di adottare misure efficaci per garantire l’accesso all’alloggio per i residenti stranieri.