Il Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha pubblicato oggi un rapporto sulla sua visita periodica in Italia (vedere anche il riepilogo), insieme alla risposta del governo italiano.
Il CPT rileva le misure recentemente istituite dalle autorità italiane per porre rimedio al sovraffollamento delle carceri, come anche l’ampia riforma della psichiatria legale, ed esamina su questa base le condizioni di vita delle persone private della loro libertà da parte delle forze dell’ordine e delle autorità penitenziarie, nonché delle persone sistemate in istituti psichiatrici in virtù di disposizioni del diritto penale. In relazione all’introduzione del reato di tortura nella legislazione penale italiana, il Comitato esprime delle riserve circa la formulazione delle disposizioni pertinenti, dove rileva delle contraddizioni con le sue precedenti raccomandazioni, la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984.
Il Comitato esprime preoccupazioni in relazione alle accuse di maltrattamenti fisici inflitti ai detenuti da parte delle forze dell’ordine. Ha inoltre constatato la carenza delle condizioni materiali in diverse questure della polizia e caserme dei Carabinieri. Durante la visita, la delegazione del CPT ha formulato a tale proposito un’osservazione sul campo, relativa alla persistenza di cattive condizioni di detenzione nelle celle della questura di Firenze.