Il Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa (CPT) ha pubblicato oggi una scheda informativa che raccoglie le norme sulla detenzione per gli immigrati, una delle questioni in cui ha regolarmente riscontrato carenze durante le sue visite negli Stati membri.
I cittadini stranieri potrebbero essere privati della loro libertà a seguito di una violazione o di una presunta violazione della legislazione in materia di stranieri, come l’ingresso o la permanenza illegale. Spesso, tale detenzione viene denominata “detenzione per gli immigrati”, ovvero una forma di detenzione amministrativa nella maggior parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa.
Il testo ricorda che la privazione della libertà secondo la normativa in materia di stranieri dovrebbe essere soltanto una misura di ultima istanza, dopo un esame attento e individuale di ciascun caso.
Il CPT ha effettuato centinaia di visite in centri di detenzione per immigrati e si è basato sui suoi rapporti per elaborare un insieme dettagliato di norme. Queste norme si fondano sui principi del diritto contenuti nei testi giuridici internazionali in materia di diritti umani, come la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, i Venti orientamenti sul rimpatrio forzato del Comitato dei Ministri, i trattati rilevanti delle Nazioni Unite e la Direttiva rimpatri dell’Unione europea del 2008.
Le norme contenute nella scheda informativa, elaborate dalla Segreteria del CPT, riguardano in particolare: detenzione come misura di ultima istanza, tutele durante la detenzione, locali adeguati, condizioni materiali adeguate per permanenza prolungata (oltre 24 ore), regime aperto, personale qualificato, procedure disciplinari, segregazione e mezzi di ritenuta, efficaci meccanismi di monitoraggio e reclamo, assistenza sanitaria adeguata e assistenza delle persone vulnerabili (in particolare i minori).