Il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) ha pubblicato un nuovo rapporto sull’Armenia, riguardante in particolare l’accesso alla giustizia e a vie di ricorso effettive per le vittime di tratta. Il GRETA riconosce i miglioramenti apportati al quadro legislativo e strategico, ma invita le autorità a rafforzare le informazioni fornite alle vittime, migliorare il loro accesso all’assistenza legale e al sostegno psicologico, facilitare il loro diritto a un risarcimento da parte dei trafficanti, vigilando affinché il reato di tratta a fini di sfruttamento di qualsiasi tipo sia oggetto di indagini effettive e promuovendo il reinserimento delle vittime.
Dopo la precedente valutazione, realizzata nel 2017, l’Armenia ha continuato a sviluppare il proprio quadro legislativo e strategico per contrastare la tratta di esseri umani: nel 2021, sono stati adottati il nuovo Codice penale e il nuovo Codice di procedura penale ed è stato modificato il Codice del lavoro. Il GRETA esorta le autorità a garantire l’accesso a un’assistenza legale ogni qualvolta vi siano motivi ragionevoli di ritenere che una persona sia vittima di tratta e prima che debba decidere se intende cooperare o meno con le autorità nell’ambito dell’indagine penale.
Il rapporto esamina i progressi compiuti nell’attuazione delle precedenti raccomandazioni del GRETA relative a una serie di questioni precise. Le autorità armene sono esortate a continuare a rafforzare le capacità e le competenze di tutti i funzionari interessati, perché possano individuare i casi di tratta a fini di sfruttamento lavorativo e indagare su tali episodi. Le autorità dovrebbero inoltre intensificare gli sforzi volti a prevenire la tratta di minori appartenenti a gruppi vulnerabili (bambini di zone rurali e bambini ospiti di istituzioni) e accordare una maggiore attenzione al legame esistente tra la tratta dei bambini e l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
In Armenia, nel periodo 2017-2021, sono state individuate in totale 68 vittime di tratta, i due terzi delle quali erano donne o ragazze. La forma principale di sfruttamento riportato era lo sfruttamento sessuale, seguito dallo sfruttamento lavorativo e dalla mendicità forzata. Nella quasi totalità dei casi, le vittime identificate erano persone di nazionalità armena che erano sfruttate nel loro paese. Il rapporto indica che il numero reale di vittime di tratta in Armenia con ogni probabilità è superiore alle cifre ufficiali, poiché le vittime di tratta raramente si fanno riconoscere come tali, dal momento che non conoscono i loro diritti, temono di essere stigmatizzate, provano un senso di vergogna e non hanno fiducia nelle autorità.