Nel suo nuovo rapporto sull’Armenia, pubblicato oggi, il Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa (CPT) ha constatato sviluppi positivi in merito al trattamento dei condannati all’ergastolo, pur evidenziando, al contempo, problemi insoluti riguardo ai maltrattamenti durante il fermo di polizia, alle carenze di personale e alla mancanza di attività ricreative per i detenuti. La replica del Governo armeno è stata pubblicata congiuntamente al rapporto.
Sebbene il numero decrescente di denunce per maltrattamenti da parte della polizia in carcere indichi un miglioramento in quest’ambito, vi sono segnali che il problema non sia stato del tutto risolto. A tale riguardo, il CPT ha identificato un certo numero di carenze nelle procedura per la registrazione di lesioni a detenuti.
Il CPT sottolinea che il Servizio speciale per le indagini è stato notevolmente rafforzato in termini di personale operativo, con l’obiettivo di non dover più ricorrere agli ufficiali di polizia locale. Le garanzie giuridiche contro i maltrattamenti, sebbene effettive, non coprono situazioni in cui individui vengono “invitati” a recarsi dalla polizia per “colloqui informali”, che in realtà si rivelano poi essere dei fermi di ore e spesso anche di giorni, prima che siano formalmente considerati degli indagati. La visita nelle strutture militari di detenzione a Erevan ha rivelato un’offerta estremamente limitata di attività proposte ai detenuti, che, combinata con i problemi nel fornire un’assistenza psichiatrica e psicologica adeguata, mostra che queste strutture non sono un luogo idoneo alla detenzione prolungata. (segue...)