Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che riunisce 47 nazioni, esorta le autorità azere a ristabilire quanto prima i diritti dei difensori dei diritti umani e dei critici del governo, come richiesto dalle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) nei casi del gruppo Mammadli contro Azerbaigian. La Risoluzione interinale (*) del Comitato su questo gruppo è stata pubblicata a seguito della sua ultima riunione di supervisione dell’esecuzione delle sentenze della Corte EDU. Il Comitato dei Ministri ricorda che, per ciascun ricorrente in questo gruppo di casi, la Corte europea ha constatato una violazione dell’articolo 18 in combinato disposto con l’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, rilevando “uno schema preoccupante di arresti e detenzioni arbitrari di persone che criticano il governo, militanti della società civile e difensori dei diritti umani attraverso azioni legali di ritorsione e un errato utilizzo del diritto penale in violazione dello Stato di diritto”.
Il Comitato deplora fortemente che, nonostante le sue indicazioni persistenti e ripetute, la gravità delle conclusioni della Corte e l’urgenza delle misure richieste, le condanne penali ingiuste dei ricorrenti siano ancora valide e che questi continuino a subire le conseguenze negative delle accuse penali mosse contro di loro per metterli a tacere e punirli, in violazione della Convenzione e del principio dello Stato di diritto. Il Comitato ricorda le decisioni adottate dalla Corte suprema dell’Azerbaigian ad aprile 2020 che annullano le condanne di Ilgar Mammadov e Rasul Jafarov e concedono loro un risarcimento per i danni morali risultanti dal loro arresto e dalla loro detenzione illegali. A seguito di queste decisioni, a settembre 2020 il Comitato dei Ministri ha chiuso la supervisione dei casi.
Nella Risoluzione interinale, il Comitato ha ribadito fermamente che, come confermato dalla Corte, la restituzione integrale (restitutio in integrum) nei restanti casi del gruppo richiede l’annullamento delle condanne dei ricorrenti, la loro cancellazione dai casellari giudiziari e l’eliminazione di tutte le altre conseguenze delle accuse penali mosse contro di loro, compreso il pieno ripristino dei loro diritti civili e politici. Il Comitato esorta le autorità azere a garantire che siano prese in via prioritaria e con la massima urgenza tutte le misure individuali necessarie nei confronti di ciascun ricorrente e che le informazioni pertinenti vengano inviate al Comitato entro e non oltre il 30 aprile 2021.
Quanto alle misure generali, il Comitato chiede azioni mirate ed efficaci per affrontare le cause alla base di queste violazioni, in particolare l’errato utilizzo del diritto penale e le azioni legali di ritorsione, che potrebbero includere l’attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Gruppo di Stati contro la corruzione per potenziare l’indipendenza del sistema giudiziario e della procura. Infine, il Comitato nota con interesse le informazioni fornite dalle autorità sulle misure volte ad abbandonare la pratica di collocare i ricorrenti in gabbie di metallo durante le udienze.
(*) Una risoluzione interinale è una forma di decisione adottata dal Comitato dei Ministri per superare situazioni più complesse che meritano un'attenzione particolare.
Comunicato stampa
Azerbaigian: il Comitato dei Ministri deplora la mancanza di progressi nell'esecuzione delle sentenze della Corte europea riguardanti i procedimenti penali arbitrari contro chi critica il governo