“Non vi è dubbio che l’Azerbaigian affronti un problema di prigionieri politici e che tale problema sia dovuto a cause strutturali e sistemiche”, ha dichiarato l’APCE, chiedendo alle autorità di garantire che i casi presunti siano esaminati da un organismo imparziale, nonché di intraprendere “riforme fondamentali” per adempiere gli obblighi previsti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Approvando una risoluzione basata su un rapporto di Thorhildur Sunna Aevarsdottir (Islanda, SOC), l’Assemblea ha affermato che, sulla base delle costatazioni di fatto della Corte europea dei diritti dell’uomo, alcune persone risultano “prigionieri politici” secondo la definizione dell’Assemblea. La Corte ha inoltre constatato una “preoccupante tendenza” all’utilizzo improprio del sistema di giustizia penale motivato da considerazioni politiche.
L’Assemblea ha chiesto al governo di sottoporre i presunti casi di prigionieri politici all’esame di un “organismo indipendente e imparziale” e a rilasciare le persone che risultato prigionieri politici conformemente alla sua definizione del 2012.