In un rapporto pubblicato oggi, il Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa ha posto in evidenza le iniziative delle autorità belghe volte a migliorare il trattamento e le condizioni di detenzione, assicurare una migliore presa in carico dei pazienti psichiatrici sottoposti a una misura di internamento e combattere gli atti di brutalità da parte della polizia. La constatazione del CPT è inequivocabile: c’è ancora molto da fare.
Nel suo rapporto, il Comitato ha fatto riferimento alla dichiarazione pubblica che ha dovuto rilasciare a luglio 2017 e nella quale ha chiesto alle autorità e a tutte le parti interessate di assumersi le loro responsabilità e di trovare velocemente una soluzione per introdurre negli istituti penitenziari un servizio minimo che garantisca i diritti fondamentali dei detenuti, soprattutto durante le azioni sindacali intraprese dal personale. Il CPT ha chiesto alle autorità belghe di fornire periodicamente informazioni sui progressi compiuti in tale ambito.
Nel rapporto si osserva che, sebbene il personale carcerario si sia dimostrato attento a mantenere buone relazioni con i detenuti e in grado di placare situazioni di rischio, vi sono state accuse attendibili di recenti maltrattamenti fisici di detenuti uomini da parte di alcuni membri del personale carcerario, compresi i capigruppo.