In un rapporto pubblicato oggi, il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) invita le autorità della Bosnia-Erzegovina ad adottare misure risolute per porre rimedio al problema dei maltrattamenti commessi da agenti delle forze dell’ordine (sintesi del rapporto).
Il rapporto, basato sulle constatazioni del CPT nel corso della sua visita nel paese nel giugno del 2019 e pubblicato insieme alla risposta delle autorità, cita numerose asserzioni di maltrattamenti fisici e psicologici che sarebbero stati subiti da persone custodite da agenti delle forze dell’ordine all’interno della Federazione della Bosnia-Erzegovina (FBiH), la cui gravità, secondo il parere del CPT, potrebbe configurarsi come tortura (ad esempio, falaka, stupro con manganello, finta esecuzione con pistola). Le accuse di maltrattamenti contro persone sospettate di avere commesso un reato riguardavano calci, pugni, schiaffi e manganellate, pestaggi con mazze da baseball, pezzi di legno e cavi elettrici da parte di comandanti del nucleo investigativo e membri del gruppo di intervento speciale allo scopo di costringerle a confessare. Il rapporto constata che nella Republika Srpska (RS) il numero delle denunce di maltrattamenti da parte della polizia è inferiore rispetto al 2012 e al 2015 (Si veda la risposta delle autorità in lingua bosniaca/croata/serba).
Il rapporto esorta le autorità ad agire con risolutezza per promuovere un cambiamento culturale all’interno delle forze di polizia dei cantoni di Sarajevo e Erzegovina-Neretva e della Federazione della Bosnia-Erzegovina. Tale approccio richiede inoltre l’adozione di un certo numero di misure, come i metodi moderni di indagine giudiziaria e un sistema di videoregistrazione degli interrogatori condotti dalla polizia, nonché la garanzia che gli esami medici delle persone in custodia di polizia siano accurati e riservati.
Si rileva inoltre che le indagini sui presunti maltrattamenti inflitti da agenti delle forze dell’ordine non sono effettive, poiché non sono né tempestive, né approfondite, e l’organo investigativo non può essere considerato imparziale e indipendente.