I risultati ottenuti e le sfide future nel campo della protezione dei diritti delle minoranze nazionali sono stati al centro di una conferenza di alto livello organizzata a Strasburgo dal Consiglio d'Europa nel quadro della Presidenza ungherese del Comitato dei Ministri. Le persone appartenenti a minoranze nazionali incontrano particolari difficoltà nell'accesso ai loro diritti umani, e tale problema è stato acuito dalla pandemia di COVID-19.
Nel suo discorso introduttivo, la Segretaria generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, ha ricordato la riforma degli strumenti del Consiglio d'Europa per aiutare le minoranze nazionali a conservare e valorizzare le loro culture e le loro lingue e a partecipare pienamente alla vita pubblica: la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali e la Carta europea per le lingue regionali o minoritarie, gli unici due trattati internazionali giuridicamente vincolanti in questo campo. Le riforme condotte dal 2018 per semplificare e snellire il lavoro dei due meccanismi "si stanno consolidando e stanno dando i loro frutti", ha affermato.
La Segretaria generale ha inoltre rilevato che l'azione del Consiglio d'Europa a favore delle minoranze nazionali è particolarmente necessaria di fronte all'emergere di nuovi problemi, quali il COVID-19. "Malgrado gli sforzi compiuti dai governi, dalle ONG e dai media per sostenere le persone svantaggiate e combattere il discorso d’odio e la disinformazione, in molti casi si è constatata un’assenza di aiuti", ha dichiarato la Segretaria generale, citando la scarsità di informazioni relative al coronavirus, di consigli sanitari e di servizi nelle lingue regionali e minoritarie. Meno della metà degli Stati membri ha fornito un insegnamento online in queste lingue durante il primo lockdown nella primavera del 2020, impedendo la parità di accesso all'istruzione. Molti Rom e nomadi, particolarmente colpiti dalla pandemia, si sono visti negare l'accesso all'assistenza sanitaria e ai servizi igienici di base, sono stati stigmatizzati e trattati come capri espiatori.
"La pandemia ha evidenziato con quale facilità il pregiudizio, il disinteresse e la disinformazione possono nuovamente rialzare la loro orribile testa", ha concluso Pejčinović Burić, sottolineando che le autorità ungheresi hanno scelto un momento cruciale per fare di questo importante argomento una priorità della loro presidenza.
Gergely Gulyás, Ministro, Capo del Gabinetto del Primo ministro ungherese, ha commentato: "La Presidenza ungherese ha fissato tra le sue principali priorità l'effettiva protezione delle minoranze nazionali, non solo a causa dell'alto numero di comunità minoritarie nazionali negli Stati membri del Consiglio d'Europa. Le identità e le culture delle minoranze nazionali arricchiscono le società in cui vivono e devono essere ulteriormente preservate e rispettate.”
“La protezione e il sostegno dei diritti delle minoranze nazionali sono essenziali per garantire la pace e la stabilità in Europa, poiché un'alta percentuale della società europea appartiene a gruppi minoritari nazionali con diverse identità culturali, linguistiche e religiose", ha sottolineato.