L’Armenia ha compiuto progressi in relazione alla legislazione e alle pratiche per prevenire e combattere la tratta di esseri umani, ha affermato il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA), nel suo nuovo rapporto pubblicato oggi. Tuttavia, occorre fare di più per prevenire la tratta di minori e la tratta a scopo di sfruttamento lavorativo, nonché proteggere e assistere le vittime. I commenti del governo armeno sono pubblicati insieme al rapporto.
Il nuovo rapporto del GRETA copre il periodo che va dal 2012 a dicembre 2016. L’Armenia rimane principalmente un paese di origine delle vittime della tratta di esseri umani. Durante il periodo coperto dal rapporto, sono state identificate circa 70 vittime, la maggior parte delle quali (32) sono donne, seguite da uomini (30) e minori (17). La maggior parte delle vittime identificate sono cittadini armeni sfruttati all’estero e i principali paesi di destinazione sono gli Emirati Arabi Uniti, la Turchia e la Federazione russa. Nel 2014 sono stati identificati quattro cittadini cinesi oggetto di tratta verso l’Armenia.
Come dato positivo, il GRETA ha accolto con favore l’adozione della nuova legislazione dedicata alla lotta contro la tratta, che introduce un periodo di recupero e riflessione e permessi di soggiorno per le vittime. Il GRETA ha elogiato inoltre l’istituzione di nuove strutture, che coinvolgono la società civile, per l’identificazione delle vittime della tratta; una formazione migliore e più inclusiva; l’eliminazione del collegamento tra l’identificazione e la cooperazione delle vittime con gli organismi preposti all’applicazione della legge; e l’adozione di una procedura per il rimpatrio sicuro e volontario delle vittime della tratta di esseri umani.