Mentre l’Europa è confrontata al ritorno di jihadisti e attacchi perpetrati da individui isolati, il Consiglio d’Europa ha raccomandato una serie di misure per combattere questi pericoli.
In una raccomandazione adottata oggi, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa esamina le misure per prevenire la radicalizzazione, migliorare l’identificazione delle persone che potrebbero agire da sole (*) e potenziare la cooperazione nell’area del diritto penale.
I paesi europei sono esortati a consolidare il loro arsenale giuridico, basandosi sulla Convenzione per la prevenzione del terrorismo e sul relativo Protocollo addizionale volto ad affrontare il problema dei combattenti terroristi stranieri (**), e ad adottare misure preventive, come campagne di sensibilizzazione, linee di assistenza telefonica, formazione delle forze dell’ordine e di professionisti in ambito di istruzione e servizi sociali e così via.
È inoltre necessario sviluppare contro-argomentazioni alla propaganda terroristica, unendo universitari, società civile e leader religiosi e comunitari, e istituire programmi di deradicalizzazione e di reinserimento sociale.
Per migliorare l’individuazione di persone radicalizzate che potrebbero passare all’azione, gli Stati membri dovrebbero elaborare degli indicatori comuni, istituire delle piattaforme di segnalazione e combattere il traffico di armi.
(*)Un “terrorista che agisce da solo” è una persona che prepara o commette un reato terroristico indipendentemente da un’associazione o da un gruppo terroristico o dal fatto che sia incitato da questi ultimi, anche tramite Internet.
(**) Il Protocollo addizionale del 2015 criminalizza una serie di atti, tra cui la partecipazione intenzionale a un gruppo terroristico, la ricezione di addestramento per terrorismo, i viaggi all’estero per scopi di terrorismo e il finanziamento o l’organizzazione di tali viaggi.