In un rapporto pubblicato oggi sulla situazione in Spagna, il Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) riconosce che sono stati compiuti alcuni progressi in materia di privazione della libertà da parte delle forze dell’ordine e di detenzione in carcere, ma critica fortemente il continuo ricorso ai mezzi di contenzione meccanici negli istituti penitenziari e nei centri di detenzione per minori (si veda ugualmente il rapporto in spagnolo e la sua sintesi in inglese e spagnolo).
Nel corso della sua visita periodica effettuata in Spagna nel 2016, la delegazione del CPT ha constatato che una grande maggioranza di persone trattenute dalle forze dell’ordine ha dichiarato di essere stata trattata correttamente dagli agenti di polizia. Le sono stati tuttavia segnalati degli episodi credibili di ricorso eccessivo alla forza al momento dell’arresto e di maltrattamenti inflitti al momento dell’arrivo nei commissariati.
Per quanto riguarda il regime di detenzione in isolamento, il CPT riconosce che la portata del suo campo di applicazione è stata limitata dagli emendamenti legislativi intervenuti nel 2015 e nota con soddisfazione che nessuna decisione di detenzione in isolamento totale è stata presa nel 2015 o nel 2016. Il Comitato ritiene tuttavia che, in considerazione del rischio intrinseco che possano essere inflitti maltrattamenti ai detenuti in attesa di giudizio sottoposti a isolamento, tale regime dovrebbe essere totalmente eliminato dalla legislazione spagnola.
Nella loro risposta, le autorità spagnole affrontano la questione degli episodi di presunti maltrattamenti e affermano di avere adottato le misure necessarie per migliorare le condizioni di detenzione nei commissariati di polizia. Per quanto riguarda il regime di detenzione in cella di isolamento, le autorità ribadiscono che è indispensabile mantenerlo nel quadro della lotta contro il terrorismo (si veda la risposta in spagnolo).