In un rapporto pubblicato oggi, il Gruppo di esperti sulla lotta contro la tratta di esseri umani del Consiglio d’Europa (GRETA) accoglie con favore le modifiche normative apportate a seguito della pubblicazione del suo primo rapporto sulla Bosnia-Erzegovina nel maggio 2013. L’introduzione del reato sul traffico di esseri umani nei codici penali della Repubblica Srpska, della Federazione della Bosnia-Erzegovina e del Distretto di Brčko garantisce che l’incriminazione della tratta sia applicata coerentemente in tutto il paese. Il GRETA accoglie inoltre l’introduzione di disposizioni giuridiche riguardanti la non applicazione di sanzioni alle persone oggetto di tratta per le infrazioni commesse come risultato diretto del traffico di cui sono vittime, così come il riconoscimento del diritto a un periodo di recupero e di riflessione in conformità alla nuova normativa sugli stranieri.
L’allargamento della composizione dei quattro gruppi di monitoraggio regionale che coordinano le attività anti-tratta, a cui sono stati aggiunti degli ispettori del lavoro e dei membri del personale di centri di salute mentale nonché dei centri di accoglienza diurni per bambini, è uno dei progressi rilevati dal GRETA, insieme all’adozione del Piano d’azione nazionale contro la tratta di esseri umani per il periodo 2016-2019.