La pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridurre la popolazione carceraria in Europa tra gennaio 2020 e gennaio 2021, confermando così una tendenza osservata da 10 anni nella maggior parte degli Stati europei, secondo le Statistiche penali annuali del Consiglio d’Europa (SPACE) per il 2021, pubblicate oggi (consultare anche le principali conclusioni).
Questa diminuzione si spiega principalmente con la riduzione di alcuni tipi di reati a seguito delle restrizioni alla circolazione durante la pandemia, con il rallentamento dei sistemi giudiziari e con i programmi di rilascio istituiti in alcuni paesi per prevenire o frenare la propagazione del Covid-19.
Il 31 gennaio 2021, si contavano 1.414.172 detenuti in 49 amministrazioni penitenziarie degli Stati membri del Consiglio d’Europa che hanno fornito queste informazioni (su un totale di 52), il che corrisponde a un tasso di popolazione carceraria in Europa di 102 detenuti ogni 100.000 abitanti. Nelle 48 amministrazioni penitenziarie per le quali sono disponibili tali informazioni sia per il 2020 sia per il 2021, questo tasso scende da 104,3 a 101,9 detenuti ogni 100.000 abitanti (-2,3%).
I paesi con i più alti tassi di detenzione al 31 gennaio 2021 erano la Russia (328 detenuti ogni 100,000 abitanti), la Turchia (325), la Georgia (232), l’Azerbaigian (216), la Slovacchia (192), la Lituania (190) e la Repubblica ceca (180). Se si omettono i paesi con meno di 300.000 abitanti, i tassi di detenzione inferiori sono stati osservati in Islanda (41), Finlandia (43), Republika Srpska (Bosnia-Erzegovina) (50), Paesi Bassi (54) e Slovenia (54).
Le indagini SPACE vengono condotte ogni anno per il Consiglio d’Europa dall’Università di Losanna. L’indagine SPACE I contiene informazioni provenienti da 52 amministrazioni penitenziarie negli Stati membri del Consiglio d’Europa, mentre l’indagine SPACE II è incentrata sulle persone in libertà condizionale.