Il Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha pubblicato oggi una dichiarazione di principi relativa al trattamento delle persone private della libertà personale nel contesto della pandemia di coronavirus (COVID-19).
“La pandemia del Coronavirus (COVID-19) si è rivelata una prova di carattere eccezionale per le autorità degli Stati membri del Consiglio d’Europa”, ha affermato Mykola Gnatovskyy, Presidente del CPT. “Sfide specifiche e molto impegnative si pongono al personale che opera nei vari luoghi di privazione della libertà, in particolare i commissariati di polizia, gli istituti penitenziari, i centri di trattenimento per migranti, gli ospedali psichiatrici e le residenze per persone con disabilità o anziane, nonché le varie strutture o zone di confinamento recentemente istituite per le persone poste in quarantena. Nel riconoscere l’evidente imperativa necessità di agire con fermezza per combattere il COVID-19, il CPT sente il dovere di ricordare a tutti gli attori coinvolti la natura assoluta e cogente del divieto di tortura e di trattamenti inumani o degradanti. Le misure precauzionali adottate non devono mai comportare trattamenti inumani o degradanti per le persone private della libertà personale”.
Il CPT ritiene che i principi seguenti dovrebbero essere applicati da tutte le autorità competenti incaricate del controllo delle persone private della libertà nei territori dei paesi membri del Consiglio d’Europa.
Il CPT ritiene che i principi seguenti dovrebbero essere applicati da tutte le autorità competenti incaricate del controllo delle persone private della libertà nei territori dei paesi membri del Consiglio d’Europa.