In una dichiarazione congiunta la Presidente del comitato della “Convenzione 108” sulla protezione dei dati del Consiglio d’Europa, Alessandra Pierucci, e il Commissario per la protezione dei dati del Consiglio d’Europa, Jean-Philippe Walter, hanno messo in guarda rispetto ai possibili effetti collaterali delle applicazioni di tracciamento digitale dei contatti utilizzate per contribuire alla lotta contro la pandemia da COVID-19 e chiedono l’istituzione di tutele adeguate per prevenire i rischi associati ai dati personali e alla privacy.
Dall’inizio della pandemia, i governi e le parti coinvolte nella lotta contro il virus si sono avvalsi di tecnologie digitali e analisi di dati per rispondere a questa minaccia. Alcuni paesi hanno utilizzato applicazioni per dispositivi mobili e altri le stanno prendendo in considerazione come risposta complementare alla necessità di eseguire rapidamente il monitoraggio dei contatti.
Volta a contribuire alle deliberazioni attualmente in corso in molti paesi, la dichiarazione è stata emessa per sottolineare che, ovunque si adottino tali soluzioni, è necessario istituire delle rigide tutele legali e tecniche per ridurre i rischi per la protezione dei dati personali e per la privacy.
L’eventuale adozione di tali applicazioni dovrà essere solo per un periodo di tempo limitato e unicamente su base volontaria. Queste applicazioni devono includere nella progettazione stessa tutele per prevenire o ridurre al minimo i rischi, garantendo ad esempio misure per impedire l’utilizzo dei dati relativi alla posizione delle persone, l’identificazione diretta o la reidentificazione.
Questa dichiarazione fa seguito a una prima Dichiarazione congiunta sul diritto alla protezione dei dati nel contesto della pandemia da COVID-19 emessa il 30 marzo.
Nel 1981, il Consiglio d’Europa ha adottato il primo trattato internazionale per affrontare il diritto delle persone alla protezione dei dati personali: la Convenzione sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati a carattere personale, nota anche come “Convenzione 108”. Nel 2018, il trattato è stato aggiornato attraverso un protocollo emendativo, non ancora in vigore, volto a garantire l’adeguamento dei relativi principi di protezione dei dati a fronte di nuovi strumenti e pratiche. Finora, hanno ratificato la “Convenzione 108” 55 paesi e molti altri l’hanno utilizzata come modello per la nuova legislazione in materia di protezione dei dati.