Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha esortato le autorità russe a ripristinare immediatamente l'applicazione della legge ucraina in Crimea, a cessare tutte le pratiche amministrative ritenute dalla Corte EDU in violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, a rilasciare tutti i prigionieri politici ucraini i cui diritti umani sono stati limitati da tali pratiche in Crimea e a liberare tutti i soldati ucraini, gli ucraini etnici, i tatari di Crimea e i giornalisti detenuti illegalmente.
Questo è ciò che ha dichiarato il Comitato dei Ministri nella sua prima decisione sul caso interstatale Ucraina c. Russia relativo alla Crimea, adottata la scorsa settimana nel corso dell’ultima riunione trimestrale per sorvegliare l’attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
Il Comitato ha sottolineato che nel 2014 la Russia ha esteso illegalmente l’applicazione della propria legge alla Crimea, violando la Convenzione. Ha ribadito con fermezza la necessità di ripristinare immediatamente l’applicazione in Crimea della “totalità della legge” ucraina. Ha ricordato che le annessioni illegali della Repubblica autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli (Ucraina) da parte della Federazione russa costituiscono una violazione del diritto internazionale.
La sentenza riguardava molteplici violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo dovute all'occupazione della Crimea da parte della Federazione russa dal 27 febbraio 2014 al 16 settembre 2022 (data in cui la Federazione russa ha cessato di essere parte della Convenzione), ma anche oltre questa data a causa delle detenzioni continue. In particolare, il Comitato dei Ministri ha condannato le gravi e severe violazioni della Convenzione e del diritto internazionale umanitario, tra cui maltrattamenti e torture, detenzioni arbitrarie e in isolamento, nonché sparizioni forzate.
Nonostante la sua espulsione dal Consiglio d'Europa, la Russia rimane obbligata a eseguire le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, ha sottolineato il Comitato dei Ministri, deplorando profondamente il fatto che le autorità russe abbiano interrotto ogni comunicazione con il Comitato.
Il Comitato dei Ministri ha insistito con forza affinché le autorità russe rilascino immediatamente tutti i prigionieri politici ucraini i cui diritti e libertà sono stati limitati in Crimea, nonché i soldati ucraini, gli ucraini etnici, i tartari di Crimea e i giornalisti ucraini detenuti illegalmente e ne garantiscano il ritorno sicuro sotto la giurisdizione delle autorità ucraine.
Nel frattempo, la Russia deve cessare immediatamente ogni forma di tortura e maltrattamento e garantire a questi detenuti l'accesso a consulenza legale indipendente, a cure mediche e alla possibilità di comunicare con le loro famiglie e con il mondo esterno, ha dichiarato il Comitato. La Russia deve anche permettere agli organismi internazionali indipendenti di monitorare le condizioni di salute e di detenzione dei prigionieri e di fornire un elenco delle persone detenute affinché il Comitato possa sorvegliarne il rilascio. Inoltre, tutti i trasferimenti di prigionieri dalla Crimea al territorio della Federazione russa devono essere immediatamente interrotti e i detenuti già trasferiti devono essere restituiti, ha insistito il Comitato.
Il Comitato dei Ministri ha inoltre esortato la Russia, tra le altre cose, a interrompere immediatamente qualsiasi pratica discriminatoria o persecuzione etnica nei confronti dei tatari di Crimea, a garantire il diritto all'istruzione in tataro e ucraino in Crimea, a cessare qualsiasi persecuzione nei confronti dei bambini e degli insegnanti di lingua ucraina, a revocare le restrizioni illegali sulla libertà di movimento tra la Crimea e l'Ucraina continentale, a cessare e revocare qualsiasi esproprio di proprietà e a garantire la possibilità giuridica e le strutture adeguate per rinunciare alla cittadinanza russa.
Il Comitato ha ulteriormente sollecitato la Russia a partecipare e cooperare appieno a tutte le indagini internazionali in corso, comprese le indagini avviate dagli organi giurisdizionali internazionali, le indagini nazionali condotte secondo i principi della giurisdizione universale, quelle ancora in corso in Ucraina e le inchieste e le missioni investigative internazionali.
Il Comitato dei Ministri ha invitato le autorità dei 46 Stati membri del Consiglio d’Europa a esplorare tutti i mezzi possibili per garantire l’esecuzione di questa sentenza e per assicurare il riconoscimento della responsabilità per le gravi violazioni del diritto internazionale in essa stabilite, anche facendo riferimento ai principi della giurisdizione universale.