Un nuovo rapporto del Comitato di esperti della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie ha elogiato la Croazia per la continua protezione e promozione delle lingue minoritarie per le minoranze nazionali e per averne consentito l’uso in settori come l’istruzione, le autorità giudiziarie, l’amministrazione, i media o la vita culturale. Tuttavia, sottolinea anche che c’è ancora molto da fare per estenderne l’utilizzo.
La Carta, entrata in vigore in Croazia nel 1998, copre in varia misura le lingue minoritarie, tra cui il ceco, l’ungherese, l’italiano, il ruteno, il serbo, lo slovacco e l’ucraino, nonché il rumeno Boyash, il tedesco, l’istro-rumeno e lo sloveno.
Tutte le lingue minoritarie, ad eccezione dell’istro-rumeno, sono presenti nell’istruzione secondo uno dei tre modelli applicabili: insegnamento nella lingua minoritaria, insegnamento bilingue o insegnamento della lingua minoritaria e della sua storia e cultura. Tuttavia, per alcune lingue minoritarie esiste ancora una discontinuità tra i vari livelli di istruzione. È importante che, nella pratica, venga dedicato un numero sufficiente di ore all’insegnamento della lingua minoritaria e della sua storia e cultura, che è spesso il modello più diffuso. Secondo il rapporto, la recente introduzione dell’insegnamento del rumeno Boyash rappresenta uno “sviluppo ammirevole” che dovrebbe essere rafforzato, ma le autorità croate dovrebbero prendere “misure decise” per garantire l’insegnamento e la promozione dell’istro-rumeno, che il rapporto classifica come “gravemente a rischio”.
Il settimo rapporto di valutazione del Comitato di esperti della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie si basa sulle informazioni fornite da fonti governative e non governative, comprese quelle ottenute durante la sua visita in Croazia ad ottobre 2023, e riflette la situazione delle lingue minoritarie prevalenti al momento della visita. Il rapporto di valutazione è stato pubblicato insieme ai commenti delle autorità croate. Una sintesi del rapporto è disponibile in croato.
La Carta europea delle lingue regionali o minoritarie e la Croazia