La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) ha pubblicato nuovi rapporti su Bosnia-Erzegovina, Malta, San Marino e Serbia.
Nel rapporto sulla Bosnia-Erzegovina, pur evidenziando anche i progressi compiuti in alcune aree dall’adozione del precedente rapporto del 2016, l’ECRI sottolinea nuovamente la necessità di un cambiamento fondamentale per superare risentimenti profondamente radicati, sfiducia e odio che ancora troppo spesso caratterizzano le relazioni interetniche nel paese.
In relazione a San Marino, l’ECRI chiede alle autorità di adottare un corpus legislativo completo per prevenire e combattere la discriminazione. La legislazione dovrebbe proibire qualsiasi forma di discriminazione basata sull’elenco di tutti i motivi di discriminazione che rientrano nel mandato dell’ECRI e in tutti gli ambiti della vita, stabilire chiari obblighi per le autorità e fornire i necessari strumenti giuridici per prevenire e combattere la discriminazione raziale e la discriminazione nei confronti delle persone LGBTI.
Quanto a Malta, sono stati osservati progressi e buone pratiche nel paese dal precedente rapporto di sei anni fa. L’ECRI elogia ad esempio il fatto che Malta abbia istituito “strategie e piani d’azione rinnovati regolarmente” per l’uguaglianza delle persone LGBTI con “notevoli sforzi” volti a fornire assistenza sanitaria di qualità alle persone transgender. Il rapporto nota l’apertura della Gender Wellbeing Clinic, una struttura specializzata che offre assistenza multidisciplinare alle persone transgender. Le autorità hanno rafforzato i legami tra la polizia e la comunità LGBTI; un esempio è il reclutamento di funzionari di polizia LGBTI.
Tuttavia, a Malta alcune questioni destano preoccupazione. Ad esempio, la consulenza per i genitori di neonati e bambini intersessuali risulta carente poiché le autorità maltesi non hanno ancora concluso un riesame dei protocolli medici applicabili al trattamento delle persone intersessuali. I dati sui casi segnalati di razzismo o reati di odio LGBTI-fobici, tra cui il discorso d’odio criminale, dovrebbero essere più completi. Mancano inoltre dati sulle azioni penali e sulle condanne.
In Serbia, sono state sviluppate buone pratiche in una serie di ambiti, ma alcune questioni destano ancora preoccupazione e devono essere affrontate. Come aspetto positivo, l’ECRI nota che i contenuti discriminatori sono stati rimossi dai libri di testo e dal materiale didattico in Serbia. Sono state prese iniziative volte a promuovere l’uguaglianza delle persone LGBTI sul luogo di lavoro. I leader politici e i rappresentanti di istituzioni pubbliche hanno condannato il discorso d’odio in diverse occasioni e, a dicembre 2020, l’Assemblea nazionale ha introdotto un Codice di condotta per i parlamentari. È stato sviluppato un programma di formazione sui reati di odio per i pubblici ministeri e misure speciali sono state prese per diversificare le forze di polizia attraverso l’assunzione di persone che appartengono a gruppi minoritari.
Allo stesso tempo, i pregiudizi contro le persone LGBTI rimangono diffusi. L’ECRI afferma che le autorità dovrebbero presentare una proposta di legge sulle unioni di coppie dello stesso sesso all’Assemblea nazionale senza indebito ritardo. Le autorità dovrebbero inoltre assicurare che i programmi e i libri di testo trattino le questioni LGBTI con sensibilità. Il discorso d’odio contro i Rom e altre minoranze etniche, le comunità LGBTI e i rifugiati/migranti persiste nel discorso politico e in altre forme di discorso pubblico. Le autorità dovrebbero intensificare gli sforzi per incoraggiare le personalità pubbliche ad astenersi dall’utilizzare loro stesse il discorso d’odio e a condannarne l’utilizzo da parte di altre persone.
Malta: compiuti progressi lodevoli per fermare razzismo e discriminazione, ma molto resta da fare