Indietro Porre fine al commercio di strumenti di tortura

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“In alcuni Stati membri del Consiglio d’Europa, uno spaventoso arsenale di strumenti di tortura è ancora fabbricato, venduto e commercializzato”, ha dichiarato il 12 dicembre 2017 Vusal Huseynov (Azerbaigian, PPE/DC) dinanzi alla Commissione Affari giuridici e diritti umani dell'APCE, riunita a Parigi.

“Serrapollici, manganelli chiodati e scudi chiodati, strumenti di costrizione e ganci fissati alle pareti, dispositivi a scarica elettrica destinati ad essere indossati da persone immobilizzate, letti a gabbia, taser, certi agenti chimici irritanti…. Il commercio di strumenti utilizzati per infliggere la pena di morte e la tortura può contribuire a favorire l’incidenza della pena capitale e della tortura, fornendo i mezzi a coloro che ne sono responsabili”, ha aggiunto, presentando il suo rapporto, che invita a rafforzare la normativa internazionale sul commercio di tali strumenti.

“L’Assemblea parlamentare non può accettare che imprese o individui o soggetti giuridici degli Stati membri del Consiglio d’Europa siano coinvolti nel commercio di strumenti utilizzati per infliggere la pena di morte, torture o pene e trattamenti inumani o degradanti” ha affermato.

Assemblea parlamentare Strasburgo 14 dicembre 2017
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