In risposta alle minacce che incombono su clima e biodiversità, la Presidenza georgiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa organizzerà, giovedì 27 febbraio a Strasburgo, una conferenza sulla tutela dell'ambiente dal punto di vista dei diritti umani.
L’evento, a cui parteciperanno ministri e alti rappresentanti dei 47 Stati membri dell'Organizzazione, si propone di esaminare il potenziale del lavoro del Consiglio d'Europa nel campo dei diritti umani per combattere l'emergenza ambientale e di trovare modi efficaci per aiutare i governi europei ad affrontare questa sfida.
Le discussioni si baseranno sulla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e su altri strumenti, quali la Convenzione di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa, nonché su un rapporto accademico che fa il punto sui risultati ottenuti dal Consiglio d'Europa e formula raccomandazioni in particolare a favore di "diritti umani ecologici" e dell'"accesso a una giustizia ambientale".
- Comunicato stampa completo: Ambiente e diritti umani: verso un diritto a un ambiente salubre?
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Dichiarazioni durante l’apertura
All’apertura della conferenza, il Ministro georgiano per l’ambiente e l’agricoltura, Levan Davitashvili, ha sottolineato il ruolo significativo della Corte europea dei diritti dell’uomo come “uno dei meccanismi fondamentali nell’area della protezione dell’ambiente”.
“Nonostante l’assenza di espliciti riferimenti all’ambiente nella Convenzione dei diritti dell’uomo, la Corte ha chiaramente stabilito che il degrado ambientale e l’inefficienza nella valutazione dei rischi ambientali (…) possono portare a violazioni dei diritti umani fondamentali come il diritto alla vita, il diritto alla vita privata e familiare, il divieto di trattamenti inumani o degradanti e il diritto al pacifico godimento del domicilio”.
L’obiettivo, ha affermato, è “rafforzare la cooperazione per la protezione dell’ambiente, attraverso il Consiglio d’Europa, e trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo e le necessità della natura per offrire un ambiente sano alle generazioni attuali e future”.
“L’impatto dei cambiamenti ambientali è reale e crescente”, ha dichiarato la Segretaria generale Marija Pejčinović Burić. “Li vediamo nei nostri paesaggi. Li constatiamo con la perdita di biodiversità e li osserviamo nell’aumento delle migrazioni e degli sfollamenti di persone”.
La Segretaria generale ha ricordato che il Consiglio d’Europa ha già dimostrato la sua capacità di agire in tale ambito, riferendosi ad esempio alla Convenzione di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale e alla Convenzione europea del paesaggio.
Nel suo discorso, ha sottolineato la necessità di modernizzare alcune convenzioni e di esaminare i mezzi per promuovere la cooperazione, aiutare i governi a elaborare politiche adeguate e formare i giuristi in queste aree.
Il Presidente dell’APCE Rik Daems ha lanciato un appello per l’aggiornamento degli attuali strumenti giuridici con l’obiettivo finale di redigere un protocollo aggiuntivo alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo riguardante il diritto a un ambiente sano.
In quest’ottica, ha presentato un piano di tre fasi: la redazione di una raccomandazione del Comitato dei Ministri agli Stati membri sui diritti umani e l’ambiente, un’eventuale convenzione su tale questione che stabilisca un insieme di norme e, a medio termine, la redazione di un protocollo aggiuntivo alla Convenzione dei diritti dell’uomo.
Daems ha accolto con favore gli sforzi della Presidenza georgiana per affrontare questo problema e ha sottolineato che il “Trialogo”, che include il Comitato dei Ministri, l’Assemblea e la Segretaria generale, è stato un mezzo efficace per far avanzare questa tabella di marcia.
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