Esattamente 60 anni fa, gli Stati membri del Consiglio d’Europa includevano nel diritto internazionale una serie di diritti sociali (Torino, 18 ottobre 1961). Era la prima volta che gli obiettivi dei diritti sociali enunciati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e l’obiettivo di progresso sociale inscritto nello Statuto del Consiglio d’Europa venivano tradotti in un trattato internazionale vincolante che proteggeva un ampio ventaglio di diritti sociali, complementari ai diritti riconosciuti nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Sei decenni dopo, la Carta sociale europea rimane uno strumento di diritto internazionale unico e prezioso. Contribuisce a numerosi miglioramenti nella protezione dei diritti sociali negli Stati membri, migliorando così la vita delle persone in tutta Europa. Nuovi diritti sono stati aggiunti in un Protocollo nel 1988 e nella Carta sociale europea riveduta nel 1996. Quest’ultima è ampiamente riconosciuta come il trattato internazionale sui diritti umani più aggiornato in ambito di diritti sociali, che consente agli Stati di assumere impegni a diversi livelli e di progredire a velocità diverse in funzione della loro diversità politica, sociale ed economica.
Il Comitato dei Ministri riafferma il ruolo eminente della Carta sociale europea nel garantire e nel promuovere i diritti sociali in Europa e conferma la propria determinazione a fare in modo che il sistema della Carta ottenga il sostegno politico e si avvalga dei mezzi e degli strumenti necessari per assicurare la sua efficacia. Il Comitato dei Ministri sottolinea che sfide come la globalizzazione, i cambiamenti demografici, le nuove tecnologie dell’informazione e le conseguenze della pandemia da Covid-19 mettono ancora più in evidenza l’importanza di una Carta sociale europea forte ed efficace.
Nel tempo, anche i meccanismi di controllo della Carta hanno compiuto progressi, attraverso la pratica e in virtù delle decisioni del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa. Un Protocollo del 1995 offre agli Stati contraenti la possibilità di aderire a un sistema di reclami collettivi. Consapevole della necessità di un miglioramento permanente della protezione dei diritti umani, il Comitato dei Ministri ha intrapreso nel 2015 una riflessione sul modo di migliorare l’attuazione della Carta sociale europea. Nella continuità di questo processo, la cui importanza è stata ricordata durante la 131° sessione ministeriale (Amburgo, 19 maggio 2021), in occasione del 60° anniversario della Carta, il Comitato ha istituito un gruppo di lavoro dedicato a tale scopo.