In una decisione pubblicata oggi, il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa, incaricato di verificare l’applicazione della Carta sociale europea, conclude che non vi è violazione dell’articolo 4§2 della Carta per quanto riguarda il diritto dei lavoratori di essere informati di ogni modifica degli orari lavorativi, ma ritiene che vi sia una violazione dello stesso articolo per quanto riguarda la ragionevolezza del periodo di riferimento.
In un reclamo presentato nel 2017, la Confédération générale du travail (CGT) sosteneva che la legge n° 2016-1088 dell’8 agosto 2016 relativa al lavoro, alla modernizzazione del dialogo sociale e alla protezione dei percorsi professionali (Legge del lavoro), che consente modifiche dell’orario lavorativo per una durata superiore a una settimana e fino a tre anni, è contraria all’articolo 4§2 della Carta sociale europea (diritto a un’equa remunerazione) in quanto priva i lavoratori dei loro diritti a un’equa remunerazione e, in particolare, a tassi di remunerazione più elevati per le ore di straordinario.
Nota:
Il reclamo n°154/2017 presentato dalla CGT è stato registrato il 28 luglio 2017. Il Comitato ha dichiarato il reclamo ricevibile il 23 gennaio 2018. La decisione nel merito è stata adottata il 18 ottobre 2018 e viene pubblicata oggi, quattro mesi dopo la sua trasmissione al Comitato dei Ministri, in applicazione dell’articolo 8§2 del Protocollo che prevede un sistema di reclami collettivi.
La Carta sociale europea, complemento naturale della Convenzione europea dei diritti dell’uomo in ambito di diritti sociali ed economici, è un testo internazionale giuridicamente vincolante che gli Stati si impegnano a rispettare dal momento della ratifica. La Francia ha firmato la Carta sociale europea riveduta nel 1996 e l’ha ratificata nel 1999.