Indietro Gli Stati europei non devono più procrastinare il loro obbligo di stabilire la verità sulle persone scomparse

Gli Stati europei non devono più procrastinare il loro obbligo di stabilire la verità sulle persone scomparse

"In Europa sono migliaia i casi di persone scomparse rimasti irrisolti e per cui non è stata fatta giustizia, il che costituisce una seria minaccia per i diritti umani. Sono anni, talvolta persino decenni, che numerose famiglie di persone scomparse negli Stati membri del Consiglio d’Europa - in particolare Armenia, Azerbaigian, Bosnia-Erzegovina e altri paesi dei Balcani, Cipro, Georgia, Regno Unito (più precisamente l’Irlanda del Nord), Federazione russa, Spagna, Turchia e Ucraina – chiedono di sapere cosa è stato dei loro cari. Inoltre, sparizioni forzate continuano a verificarsi attualmente nel nostro continente”, ha dichiarato la Commissaria per i diritti umani, Dunja Mijatović, in vista della Giornata internazionale delle vittime di sparizione forzata.

”Chiedo agli Stati europei di ascoltare le famiglie delle vittime. Gli Stati interessati da questo problema devono cercare più attivamente le persone scomparse, condurre delle indagini per capire cosa è loro accaduto, punire i responsabili, riconoscere le sofferenze che vivono i familiari delle vittime di sparizione forzata e delle persone scomparse e rispondere alle loro necessità.

A tale scopo, una tappa fondamentale sarebbe la ratifica della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone contro le sparizioni forzate. Purtroppo, a oggi, la Convenzione è stata ratificata solo da 22 Stati membri del Consiglio d’Europa, la maggior parte dei quali non è direttamente interessata dal problema.

Stabilire la verità è una questione di giustizia. Gli Stati non devono più sottrarsi a questo obbligo giuridico e morale”.


 Sito web della Commissaria per i diritti umani

Commissaria per i diritti umani Strasburgo 28 agosto 2020
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