L’organo di esperti costituzionali del Consiglio d’Europa, la Commissione di Venezia, ha pubblicato il 9 dicembre un Parere urgente riguardante gli effetti della recente Decisione della Corte costituzionale ucraina sulla legislazione anticorruzione. La Commissione di Venezia suggerisce soluzioni alla Verkhovna Rada (il Parlamento) per l’interpretazione della Decisione, alla luce dei principi costituzionali e delle norme internazionali, preservando al contempo gli interessi pubblici, quali la lotta contro la corruzione nel settore giudiziario.
Nel suo parere, la Commissione di Venezia sottolinea che in uno Stato di diritto la lotta alla corruzione e il rispetto della Costituzione e della giustizia costituzionale “vanno di pari passo”. Il Parlamento e il potere esecutivo devono rispettare il ruolo della Corte costituzionale, in quanto custode della Costituzione e devono applicare le sue decisioni. Da parte sua, una Corte costituzionale, ai fini della stabilità costituzionale e della certezza del diritto, deve prendere decisioni che risultino generalmente conformi alla propria giurisprudenza e che rientrino nell’ambito della sua autorità e della sua giurisdizione.
La Commissione di Venezia dichiara che la Decisione n. 13-r/2020 della Corte costituzionale ucraina è priva di una chiara motivazione, non ha una solida base in diritto internazionale ed è probabilmente macchiata da un grave vizio procedurale,- un’irrisolta questione del conflitto di interesse di alcuni giudici. “Tutto ciò è deplorevole, non solo per l’effetto negativo immediato di questa decisione sulla lotta alla corruzione in Ucraina, ma ugualmente perché tali decisioni minano la fiducia dell’opinione pubblica nella giustizia costituzionale in generale”, conclude l’organo di esperti del Consiglio d’Europa.
Ciò nonostante, il ruolo della Corte costituzionale deve essere rispettato e la Verkhovna Rada dovrebbe attuare la decisione interpretandola alla luce delle basi costituzionali del paese e delle norme internazionali applicabili, preservando gli interessi pubblici, tra cui la lotta alla corruzione, incluso nel sistema giudiziario. È in particolare importante mantenere l’obbligo dei funzionari pubblici (compresi i giudici dei tribunali ordinari e della Corte costituzionale) di presentare le dichiarazioni relative al loro patrimonio, ed è altresì essenziale disporre di un meccanismo efficiente di verifica di tali dichiarazioni e prevedere nella legge appropriate sanzioni, ivi compresa la detenzione per i casi più gravi, per tutti i funzionari pubblici, compresi i giudici e i pubblici ministeri, che mancano al loro dovere di presentare le dichiarazioni relative al loro patrimonio o che consapevolmente presentano false dichiarazioni.
Questo è il primo parere urgente formulato dalla Commissione a seguito della richiesta del Presidente Zelenskyy il 25 novembre 2020. Il secondo parere urgente si concentrerà sulla parte della richiesta del Presidente riguardante direttamente la riforma della Corte costituzionale e sarà pubblicato prossimamente, entro l’11 dicembre.