Free Press Unlimited e il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media sono diventati oggi membri della Piattaforma per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti, destinata a offrire alle organizzazioni di difesa della libertà dei media la possibilità di segnalare al Consiglio d’Europa i casi che suscitano vive inquietudini riguardo alla sicurezza dei giornalisti e alle violazioni alla libertà dei media.
Ruth Kronenburg, direttrice delle operazioni presso Free Press Unlimited, e Lutz Kinkel, direttore del Centro europeo per la libertà di stampa e dei media, hanno firmato un accordo per aderire alla Piattaforma nel corso di una riunione con il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland.
I due nuovi partner vanno ad aggiungersi alle 12 organizzazioni e istituzioni già attive nell’ambito della Piattaforma: Article 19, Associazione dei giornalisti europei, Comitato per la protezione dei giornalisti, Unione europea di Radiodiffusione, Federazione europea dei giornalisti, Index on Censorship, Federazione internazionale dei giornalisti, International News Safety Institute, International Press Institute, Pen International, Reporters sans frontières e Rory Peck Trust.
Il loro ultimo rapporto sulla libertà dei media traccia un quadro preoccupante della situazione dell’ambiente mediatico generale in Europa, che si sta degradando: ha continuato ad aumentare il numero di aggressioni contro giornalisti, sono raddoppiate l’anno scorso le minacce segnalate e non è stato registrato alcun progresso nelle indagini riguardanti numerosi casi di impunità di vecchia data per l’omicidio di giornalisti.
Nel 2019, i partner della Piattaforma hanno finora pubblicato 94 messaggi di allerta riguardanti 21 paesi, due dei quali si riferiscono all’assassinio di giornalisti. Dall’aprile 2015, data del lancio della Piattaforma, le organizzazioni partner hanno segnalato 604 allerte riguardanti 39 Stati membri del Consiglio d’Europa, che riferiscono casi di attacchi contro giornalisti, tra cui omicidi, detenzione e incarcerazione di giornalisti, impunità, molestie o intimidazione di giornalisti e altri atti miranti ad avere un effetto dissuasivo sull’esercizio della libertà dei media.