La legge elettorale federale recentemente approvata in Germania, che fissa il numero di legislatori nella Camera bassa del Parlamento (Bundestag) a 630 (una diminuzione rispetto a un numero variabile che attualmente è 736) potrebbe non avere il sostegno trasversale dei partiti, ma è conforme alle norme internazionali, secondo un parere pubblicato dalla Commissione di Venezia, che riunisce gli esperti di diritto costituzionale del Consiglio d’Europa.
Proposta dalla coalizione di governo del Cancelliere Olaf Scholz, la riforma fissa la portata del Bundestag a un numero costante di 630 seggi. Secondo il nuovo sistema, i partiti devono aggiudicarsi il 5% dei voti per poter partecipare alla ripartizione dei seggi e l’opzione dei tre mandati diretti è eliminata. Non vengono aggiunti ulteriori seggi per consentire a tutti i vincitori diretti della circoscrizione di avere il proprio seggio, il che significa che i candidati che ottengono i risultati peggiori con una pluralità di voti in un collegio elettorale vengono esclusi.
La riforma potrebbe portare all’esclusione dal Bundestag dell’Unione cristiano-sociale, partito conservatore che governa in Baviera e detiene quasi tutti i 46 seggi di questo Stato eletti direttamente con il 5,2% dei voti nazionali, come anche del Partito di Sinistra, che alle elezioni del 2021 non ha raggiunto per poco il 5% dei voti (ottenendo il 4,9%), ma ha un gruppo parlamentare a pieno titolo essendo emerso con tre legislatori eletti direttamente. Questi partiti dovrebbero portare la legge dinanzi alla Corte costituzionale.
Il parere, richiesto da Tiny Kox, Presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, riconosce che creare ampio consenso sulla scelta e sugli aspetti fondamentali di un sistema elettorale contribuisce all’accettazione, alla legittimità e alla stabilità del sistema di governo, ma sottolinea che le norme internazionali non possono essere intese come impedimento a riforme del sistema elettorale che alcuni partiti politici potrebbero osteggiare. La riforma non è contraria al principio di stabilità della legge elettorale poiché è stata adottata molto in anticipo rispetto alle prossime elezioni.
Relativamente alla sostanza, la Commissione di Venezia e l’ODIHR ribadiscono la possibilità di scegliere qualsiasi sistema elettorale purché non sia contrario alle norme internazionali in materia elettorale. La Commissione di Venezia e l’ODIHR considerano gli emendamenti in esame ampiamente conformi a tali norme. Il presente parere è stato elaborato congiuntamente dalla Commissione di Venezia e dall’Ufficio dell’OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR).