A seguito di pesanti critiche mosse dal Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d’Europa e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nei confronti della Grecia per aver attenuato la legislazione in materia di lotta contro la corruzione declassando alcuni illeciti, il GRECO ha pubblicato oggi un rapporto in cui conclude che il governo greco ha in una certa misura reintrodotto sanzioni più appropriate a tale riguardo.
A giugno di quest’anno, il parlamento greco ha declassato l’illecito di corruzione degli agenti della funzione pubblica da illecito grave a reato minore, introducendo così sanzioni penali meno severe per questo genere di reati. Il GRECO e l’OCSE hanno reagito con forza all’adozione di queste misure e hanno avviato delle procedure “ad hoc” congiunte, tra cui un dialogo con il ministro della Giustizia e altri funzionari greci che ha portato alla reintroduzione, in una certa misura, di una legislazione penale rafforzata in materia di corruzione a partire dal 18 novembre 2019.
Nonostante questo sviluppo positivo, il GRECO nota con preoccupazione che l’attenuazione della legislazione operata a giugno avrà delle conseguenze retroattive perduranti in Grecia per quanto riguarda gli illeciti di corruzione commessi da parte degli agenti della funzione pubblica prima del 18 novembre 2019, che saranno sempre considerati come reati minori.