Il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani (GRETA) ha esortato Malta a intensificare gli sforzi per garantire alle vittime di tratta un accesso effettivo al risarcimento e ad adottare adeguate misure affinché i casi di tratta siano oggetto di indagini proattive e possano condurre a sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive. Sono queste le due proposte di azione principali contenute nell’ultimo rapporto di valutazione dell’attuazione da parte di Malta della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani.
Dopo il precedente rapporto del GRETA, la legislazione del paese è stata modificata per inasprire le pene per la tratta di persone, escludere dalla partecipazione alle procedure di appalto le imprese coinvolte in episodi di tratta e rafforzare l’accesso delle vittime all’assistenza. È stato inoltre adottato un nuovo Piano d’azione nazionale di lotta contro la tratta per il periodo 2020-2023.
Tutte le vittime di tratta sono state fino ad oggi rappresentate da avvocati di ONG retribuiti nell’ambito di progetti. Il GRETA ritiene che le autorità maltesi dovrebbero intensificare gli sforzi per consentire alle vittime di usufruire dell’assistenza di un difensore in regime di gratuito patrocinio fin dalla prima fase delle indagini, in particolare istituendo un sistema, tramite l’Agenzia per il patrocinio a spese dello Stato, che consenta di individuare gli avvocati qualificati per fornire assistenza giuridica alle vittime di tratta.
Malta resta soprattutto un paese di destinazione delle vittime di tratta. Nel corso del periodo 2017-2020, sono state identificate formalmente 44 vittime: lo sfruttamento lavorativo costituiva la forma di tratta più diffusa (il 77% dei casi), seguito dalla tratta a fini di sfruttamento sessuale.