Mentre ci avviciniamo alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, preoccupanti statistiche ci ricordano l’urgente necessità di fermare questa violenza e un trattato storico si dimostra sempre più efficace a tale scopo: la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (o Convenzione di Istanbul).
Quest’anno, la ratifica della Convenzione di Istanbul da parte dell’Unione europea ha incrementato il numero delle parti e ha inviato un messaggio forte: la lotta contro la violenza sulle donne è una priorità comune in tutta Europa.
Nonostante le terribili prove che affronta a causa della guerra di aggressione, l’Ucraina ha ratificato il trattato lo scorso anno, come anche la Repubblica di Moldova e il Regno Unito.
Questa convenzione storica del Consiglio d’Europa, aperta anche agli Stati non membri, conta finora 38 parti che sono legate dal nostro trattato e dai suoi quattro pilastri essenziali: la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime, il perseguimento dei responsabili e l’integrazione di buone politiche coordinate.
Il gruppo di esperti indipendenti incaricato del monitoraggio dell’attuazione del trattato (GREVIO) ha constatato che ogni Stato aderente monitorato ha preso misure concrete per porre fine alla violenza contro le donne e combattere la violenza domestica.
Come dimostrano i rapporti del GREVIO, sono state introdotte nuove misure per proibire agli autori delle violenze di avvicinarsi alle vittime, tra cui nuove ordinanze di interdizione d’urgenza che consentono alle forze dell’ordine di allontanare temporaneamente gli autori di violenze domestiche dal loro domicilio. Questi rapporti sono inoltre una fonte inestimabile per la Corte europea dei diritti dell’uomo nel momento in cui deve pronunciarsi su casi in questo ambito.
Il monitoraggio ha rivelato la crescente istituzione di servizi salvavita, come le linee di assistenza telefonica specializzate attive 24 ore su 24, 7 giorni su 7, come anche rifugi per proteggere le vittime. Accogliamo con favore gli emendamenti alla legislazione di molti Stati membri che basano la definizione di stupro sull’assenza di un consenso fornito liberamente. Questa modifica consente ora di avviare procedimenti per casi che prima non potevano essere criminalizzati in virtù della precedente legislazione.
Il 2024 vedrà la celebrazione del 75° anniversario della creazione del Consiglio d’Europa, fondato sulla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il 2024 segnerà inoltre il 10° anniversario dell’entrata in vigore, ad agosto 2014, della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
Chiediamo a tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa che non lo hanno ancora fatto e ad altri Stati interessati al di fuori dell’Europa di aderire al trattato e di partecipare ai nostri sforzi per porre fine alla violenza contro le donne. Sebbene negli ultimi dieci anni siano stati compiuti molti progressi, in un mondo in cui una donna su tre è stata vittima di violenza, dobbiamo andare ancora più lontano insieme.