Il Segretario generale del Consiglio d'Europa Thorbjørn Jagland e il Primo Vice-Presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, in cui invitano le forze di maggioranza e di opposizione di tutti gli Stati europei a ribadire il loro impegno per la promozione e la tutela delle norme sui diritti umani.
Nella dichiarazione, rilasciata a una data che coincide con la celebrazione della Giornata dei diritti umani (il 10 dicembre), lanciano un monito affinché sia prestata attenzione ai “segnali di allarme che lampeggiano” e al rischio di una “palese erosione” del rispetto delle norme internazionali. Si tratta di problemi che devono essere affrontati con rinnovato impegno da parte delle autorità responsabili nei mesi e anni futuri.
Jagland e Timmermans hanno affermato:
“La Giornata dei diritti umani 2017 rappresenta un momento di sincera riflessione e un invito per un’azione concertata.
Le recenti evoluzioni verificatesi in Europa mostrano che l’impegno globale a favore dei diritti umani non è più quello di una volta. I paesi europei sono stati a lungo i più determinati difensori dei diritti umani, ma oggi constatiamo la presenza di un rischio reale che si facciano passi indietro.
Tutti assistiamo a esempi preoccupanti: casi in cui la libertà di espressione è limitata, le discriminazioni sono tollerate e in certi casi fomentate e lo stato di diritto è attuato in modo selettivo.
Tutti coloro che conoscono il valore della libertà e della giustizia non possono accettare questa palese erosione dei diritti delle persone. La pace e la stabilità dell’Europa sono fondate sulla democrazia, lo stato di diritto e il pieno rispetto dei diritti umani. Non dovrebbero mai essere contrapposti, come la storia ci ha insegnato.
La Convenzione europea dei diritti dell’uomo ha stabilito nel 1950 le protezioni basilari cui ha diritto ogni individuo adulto e ogni bambino.
La Convenzione europea è stata adottata all’unanimità all’indomani di una Guerra mondiale devastante e di atrocità che non devono mai più ripetersi. È stata elaborata per resistere al tempo e per garantire che non siano mai dimenticate le lezioni dei periodi più bui della nostra storia.
Tutti gli Stati membri dell’Ue e altri diciannove paesi europei hanno ratificato la Convenzione. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione si fonda sui suoi principi e valori.
Il Consiglio d’Europa e la Commissione europea lavorano congiuntamente per garantire che i diritti umani siano concretamente rispettati.
Tali diritti non sono negoziabili.
Per garantirne il rispetto, abbiamo tuttavia bisogno della completa e inequivocabile cooperazione di tutti gli Stati membri della grande famiglia europea, ed è indispensabile migliorare tale cooperazione e tale impegno.
Lo scorso anno, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha pronunciato 488 sentenze riguardanti degli Stati membri dell’Ue, i tre quarti delle quali hanno constatato almeno una violazione della Convenzione europea.
Al contempo, sei tra i dieci paesi con il maggior numero di violazioni rispetto alla loro popolazione erano Stati membri dell’Ue.
I segnali d’allarme lampeggiano, ed è giunto il momento di prestare loro attenzione. Esortiamo ogni governo e ogni politico europeo a rispettare tali avvertimenti e a mettersi al lavoro.
Tutti i nostri Stati europei devono ribadire il loro impegno a favore di una cultura dei diritti umani, rispettare gli obblighi assunti e attuare su tale base lo stato di diritto.
Soltanto in tal modo ogni cittadino europeo potrà godere della possibilità di vivere una vita piena, senza minacce di discriminazioni o di abusi.”