Il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) ha invitato il Lussemburgo a compiere sforzi supplementari per identificare e assistere le vittime di tratta e fare in modo che i casi di tratta siano oggetto di indagini proattive, con sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive. Sono queste le due principali proposte di azione contenute nel rapporto sul terzo ciclo di valutazione dell’attuazione, da parte del Lussemburgo, della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani.
Il Lussemburgo è un paese di destinazione e di transito delle vittime di tratta. Il rapporto constata che, tra il 2018 e il 2021, sono state individuate 68 presunte vittime di tratta, 20 delle quali sono state formalmente identificate dalla polizia. Erano tutte di nazionalità straniera e provenivano essenzialmente da Romania, Cina, Ucraina e Portogallo. Nella maggior parte dei casi, la tratta era a fini di sfruttamento lavorativo, seguita da accattonaggio forzato e sfruttamento sessuale.
Il GRETA esprime soddisfazione per le misure adottate dal Lussemburgo per continuare a sviluppare il quadro normativo dell’azione di contrasto alla tratta di esseri umani, in particolare modificando il Codice di procedura penale e l’ordinamento della professione forense. Il GRETA constata tuttavia con preoccupazione il numero ridotto di azioni penali intraprese, l’assenza di sanzioni efficaci e lo scarso ricorso al sequestro dei beni degli autori della tratta, il che genera un senso di impunità e compromette gli sforzi compiuti per incoraggiare le vittime a testimoniare contro i trafficanti. Nel rilevare che è ancora raro l’accesso al diritto all’indennizzo, il GRETA esorta le autorità lussemburghesi a potenziare gli sforzi per garantire alle vittime di tratta un accesso effettivo al risarcimento. Il rapporto raccomanda inoltre di avvalersi al massimo delle misure previste dalla legislazione per proteggere le vittime di tratta da intimidazioni o ulteriori traumi, in particolare utilizzando sistemi di videoconferenza e altre modalità appropriate per evitare di sottoporre le vittime a un controinterrogatorio in presenza dei trafficanti.