Il Gruppo di esperti del Consiglio d'Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) ha esortato il Belgio a migliorare l’accesso all’assistenza legale per le vittime della tratta e a garantire loro un accesso effettivo al risarcimento. Queste sono due delle principali proposte d’azione incluse nell’ultimo rapporto del GRETA che valuta l’attuazione da parte del Belgio della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani.
Il rapporto indica che il Belgio è innanzitutto un paese di destinazione delle vittime della tratta, ma è anche un paese di origine e di transito. Tra il 2017 e il 2020, 475 vittime hanno ricevuto assistenza da centri specializzati. Per la maggior parte, si è trattato di uomini vittime della tratta a scopo di sfruttamento economico, mentre il secondo tipo di sfruttamento più comune, che ha colpito prevalentemente le donne, è stato quello sessuale. Il GRETA accoglie con favore una serie di sviluppi positivi dall’ultimo rapporto di valutazione, tra cui l’adozione a maggio 2019 di una legge che stabilisce che le vittime della tratta non devono essere punite per i reati che sono state costrette a commettere. Inoltre, c’è stato un aumento del numero di indagini e di persecuzioni.
Ciononostante, persiste una serie di sfide. Il rapporto sottolinea che le presunte vittime dovrebbero essere maggiormente informate dei loro diritti e che occorre rivedere e semplificare i criteri di accesso all’assistenza legale. Sebbene le vittime possano chiedere un risarcimento, solo un numero limitato di loro è riuscito a farlo. Secondo il GRETA, è necessario non solo agevolare l’accesso all’assistenza legale, ma anche rivedere i criteri di accesso ai Fondi di aiuto finanziario alle vittime di atti intenzionali di violenza.