“Le violazioni dei diritti umani in Ungheria hanno un effetto negativo su tutto il sistema di protezione e sullo Stato di diritto. Devono essere affrontate con urgenza”, ha dichiarato la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, in un rapporto pubblicato oggi sulla sua visita in Ungheria a febbraio 2019. Il rapporto si incentra in particolar modo sui diritti umani dei richiedenti asilo e dei rifugiati; sui difensori dei diritti umani e sulla società civile, sull’indipendenza della giustizia e sull’uguaglianza di genere e sui diritti delle donne.
La Commissaria constata che la presa di posizione del governo contro l’immigrazione e i richiedenti asilo si è tradotta in un quadro legislativo che compromette l’accoglienza dei richiedenti asilo e l’integrazione dei rifugiati riconosciuti. La Commissaria chiede al governo di porre fine alla “situazione di crisi causata dalla migrazione di massa” che non è giustificata dal numero di richiedenti asilo che arrivano attualmente in Ungheria e nell’UE. Esorta le autorità a evitare discorsi e campagne anti-migranti che fomentano atteggiamenti xenofobi.
La Commissaria osserva che i richiedenti asilo sono limitati nell’esercizio del loro diritto a richiedere una protezione internazionale nelle due zone di transito situate lungo la frontiera tra l’Ungheria e la Serbia, dove è stata eretta una barriera, e che solo alcune persone sono autorizzate ad accedere a tali zone di transito. La Commissaria chiede al governo di rendere la procedura di protezione internazionale più accessibile e di garantire che le necessità di protezione di tutti i richiedenti asilo presenti nel territorio possano essere valutate. “Il governo dovrebbe sopprimere il nuovo caso di inammissibilità delle domande di asilo, che ha determinato il rifiuto quasi sistematico delle domande. Sono inoltre molto preoccupata per le ripetute segnalazioni di violenze da parte della polizia durante l’allontanamento forzato di cittadini stranieri”.