In un rapporto di valutazione pubblicato oggi, il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) del Consiglio d’Europa ha chiesto all’Islanda di potenziare i suoi sistemi per limitare i rischi di corruzione e condotta impropria nelle funzioni di governo e nelle agenzie preposte all’applicazione della legge.
La società islandese è diventata negli anni sempre più consapevole e intollerante a varie forme e manifestazioni di corruzione, soprattutto dopo la crisi finanziaria del 2008 che ha rivelato come l’eccessiva mescolanza di interessi privati con la gestione degli affari pubblici possa generare vulnerabilità strutturali in un paese di tali dimensioni. Questi problemi sono stati al centro di recenti controversie che hanno contribuito alle dimissioni di due governi successivi e di altri funzionari di alto livello. Il governo ha istituito nel 2014 un gruppo di pilotaggio anti-corruzione. Colpisce il fatto che, nel contesto sopra citato, il gruppo non abbia elaborato azioni strategiche o politiche globali specifiche per promuovere l’integrità nelle istituzioni statali.
Nel rapporto, il GRECO chiede regole di condotta più solide e coerenti, ad esempio in merito a doni e altri vantaggi e contatti con terze parti che cerchino di influenzare il lavoro del governo, compresi i lobbisti. Inoltre, occorre prendere ulteriori misure in relazione a porte girevoli e attività parallele.