"Quando le famiglie cercano sostegno per i loro figli, spesso hanno la sensazione di trovarsi in un labirinto, di camminare tra vicoli ciechi, obbligate a raccontare ogni volta la loro storia dall'inizio e a coordinare gli interventi di specialisti che a volte non comprendono a pieno", ha affermato Ásmundur Einar Daðason, Ministro islandese degli Affari sociali e dell'infanzia, nel suo discorso al Comitato direttivo del Consiglio d'Europa per i diritti dei minori (CDENF), spiegando le ragioni della recente adozione e del lancio di due nuove iniziative legali e politiche nel paese: la legge sull'integrazione dei servizi nell'interesse della prosperità dei bambini e il quadro di valutazione del benessere dei bambini.
Il recente sistema, progettato per promuovere la prosperità dei minori, implica la garanzia di un accesso senza ostacoli ai servizi di supporto per i bambini, specialmente quelli appartenenti a gruppi vulnerabili, e per le loro famiglie o tutori. Inoltre, prevede un coordinatore che li accompagni lungo il percorso, nonché un sistema di monitoraggio da parte dell’autorità nazionale di controllo che utilizza un “stumento di valutazione e indice di benessere dei minori”.
"L'attuazione della legislazione richiede un aumento sostanziale dell'investimento pubblico nei servizi per l’infanzia e le famiglie", ha affermato Daðason. "Tuttavia, secondo una valutazione finanziaria ed economica preventiva degli effetti dell’attuazione di queste leggi, il ritorno sull’investimento sarà maggiore di qualsiasi altro investimento, che si tratti di tecnologie innovative o di grandi dighe elettriche", ha aggiunto.
Il Ministro si è dichiarato lieto nel constatare che il modello islandese della "Barnahus", ovvero la casa dei bambini per i minori vittime di abusi sessuali istituita più di venti anni fa, sia stato sperimentato anche in molti degli Stati membri del Consiglio d'Europa. "Spero che, come la Barnahus, la legislazione e la regolamentazione per fornire servizi integrati possano diventare un'altra base per la cooperazione tra l'Islanda, il Consiglio d'Europa e gli Stati membri, poiché credo fermamente che condividendo informazioni ed esperienze si impari sempre più di quanto si condivida".