Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, composto da 47 nazioni, ha comunicato formalmente all’Azerbaigian la sua intenzione di avviare un’azione legale in relazione all’attuazione della sentenza llgar Mammadov c. Azerbaijan emessa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.
A maggio 2014, la Corte ha stabilito che l’arresto e la detenzione prolungata di Mammadov, un politico dell’opposizione, era in violazione di diversi articoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Corte ha in particolare dichiarato che il vero scopo dell’azione penale intrapresa contro di lui e della sua detenzione era quello di metterlo a tacere o punirlo per aver criticato il governo, in violazione dell’Articolo 18 della Convenzione. Ad oggi, la Corte ha riscontrato una violazione dell’Articolo 18 in soli 5 casi, e in tutti questi eccetto quello di Ilgar Mammadov c. Azerbaijan , i ricorrenti sono stati liberati.
Ciononostante, più di tre anni dopo, Mammadov è ancora detenuto in carcere.
Il Comitato dei Ministri ha deciso oggi, per la prima volta, di avviare una procedura introdotta nel 2010, secondo cui un caso può essere rinviato dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo per accertare se la mancata esecuzione rappresenti un’ulteriore violazione della Convenzione.
Nella risoluzione interinale adottata oggi, il Comitato invita l’Azerbaigian a formulare per iscritto le sue osservazioni entro il 29 novembre. A meno che la sentenza sia attuata nel frattempo, un’altra risoluzione interinale che rimandi la causa dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo sarà presentata al Comitato dei Ministri il 5 dicembre.