Il Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa (CPT) ha pubblicato un nuovo rapporto relativo alla sua visita ad hoc in Ucraina effettuata nell’agosto 2020 per esaminare il trattamento delle persone detenute negli istituti penitenziari, compresi i condannati all’ergastolo e analizzare le misure adottate dalle autorità incaricate delle indagini riguardanti le denunce di maltrattamenti inflitti ai detenuti dal personale penitenziario. (consultare la sintesi del rapporto, unicamente in inglese)
In linea generale, il CPT apprezza la tendenza alla riduzione della popolazione carceraria e incoraggia le autorità ucraine a proseguire il loro programma di riforma penitenziaria. Al momento della visita, i detenuti nelle carceri in Ucraina erano in totale circa 51.000 (*) (con un tasso di detenzione di circa 143 detenuti ogni 100.000 abitanti), rispetto ai 57.000 presenti in occasione della precedente visita periodica effettuata nel 2017. Tuttavia, il CPT ha ugualmente rilevato che la proporzione dei detenuti in custodia cautelare è rimasta elevata in questi ultimi anni (circa il 37 % al momento della visita), il che denota un probabile ricorso eccessivo alle misure di carcerazione preventiva nel paese. Il CPT ritiene che dovrebbero essere adottate misure per limitare il ricorso alla custodia cautelare, in particolare fissando restrizioni rigorose al suo utilizzo e incoraggiando un maggiore ricorso a misure alternative non privative della libertà.
Nell’agosto 2020, la delegazione del CPT ha visitato le colonie penali n.25 e 100 della regione di Kharkiv, già visitate in precedenza dal Comitato e, per la prima volta, la colonia n.77 di Berdyansk. La delegazione si è inoltre recata nelle strutture di detenzione preventiva (SIZO) di Kharkiv e Zaporizhia, e all’ospedale del carcere n. 100 di Temnivka, per intrattenersi a colloquio con detenuti trasferiti dai suddetti istituti penitenziari.
Il CPT raccomanda alle autorità ucraine di adottare misure adeguate negli istituti visitati per garantire che nessun detenuto sia vittima di atti di ritorsione da parte del personale penitenziario o di altri detenuti per avere parlato con i membri della delegazione, che le eventuali denunce di atti di questo tipo siano oggetto di indagini efficaci e che i responsabili siano debitamente puniti. Il Comitato esprime nuovamente seri dubbi sulla pratica di selezionare certi detenuti incaricati di svolgere “turni di guardia”. Sottolinea che è inaccettabile qualsiasi parziale trasferimento della responsabilità del mantenimento dell’ordine e della sicurezza nelle carceri, che spetta al personale carcerario, ed esorta le autorità ucraine ad adottare tutte le misure necessarie, comprese quelle di natura legislativa, per porre fine a tale pratica.
(*) Questa cifra non comprende la popolazione carceraria dei territori che attualmente non sono sotto il controllo effettivo del Governo ucraino (ossia la Crimea e certe parti delle regioni di Donetsk e di Luhansk).