Il Gruppo di Stati del Consiglio d’Europa contro la corruzione (GRECO) ha pubblicato una nuova valutazione dell’attuazione delle sue raccomandazioni in materia di incriminazione e trasparenza del finanziamento ai partiti da parte della Russia. Ha rilevato che dodici raccomandazioni su 21 (rispetto alle 11 della precedente valutazione) sono state attuate in modo soddisfacente (consultare ugualmente la versione russa).
Gli esperti anticorruzione del Consiglio d’Europa si dichiarano delusi dalla decisione di dividere in due parti la precedente bozza di legge anticorruzione, “il che potrebbe sollevare dubbi sulla solidità del quadro giuridico”. Il GRECO esorta le autorità russe a dare rapidamente seguito alle raccomandazioni ancora in sospeso, di preferenza mediante una bozza unica di atto giuridico.
Nella sostanza, le modifiche proposte alle disposizioni del Codice penale russo relative alla corruzione non sono pienamente conformi alle norme del Consiglio d’Europa. Ad esempio, la disposizione sulla corruzione passiva da parte di dirigenti di società commerciali e di arbitrati nazionali ed esteri criminalizza unicamente “l’uso illecito”, e non il fatto di avere ricevuto un indebito vantaggio. Le disposizioni relative al divieto di promettere, offrire o richiedere la partecipazione ad attività di corruzione commerciale non contemplano tra gli elementi costitutivi del reato la “richiesta” di un vantaggio indebito; il reato di corruzione attiva nel settore pubblico non contempla gli elementi della “promessa” e dell’“offerta”, e il reato di corruzione passiva nel settore pubblico non contempla l’elemento di “richiesta” di un indebito vantaggio.