Secondo le ultime conclusioni annuali del Comitato europeo dei diritti sociali (CEDS), i paesi europei stanno incontrando difficoltà nel soddisfare gli obblighi giuridici internazionali in materia di diritto del lavoro.
Il CEDS, uno degli organi del Consiglio d'Europa - organizzazione che conta 47 Stati membri -, ha pubblicato oggi 580 conclusioni sulla conformità delle situazioni osservate tra il 2013 e il 2016 in 35 paesi e territori (*) rispetto alla Carta sociale europea su una serie di punti, tra cui il diritto a orari lavorativi ragionevoli, a una equa remunerazione e alla protezione contro le molestie.
In totale, il Comitato ha adottato 276 conclusioni di conformità (47,6%) e riscontrato 206 violazioni della Carta (35,5%). Non è stato in grado di pronunciarsi su 98 casi (16,9%), a causa della mancanza di informazioni sufficienti.
Le conclusioni di non-conformità riguardavano principalmente il diritto di tutti i lavoratori a un ragionevole preavviso di licenziamento (95,8%), il diritto dei lavoratori e dei datori di lavoro di intraprendere azioni collettive, tra cui il diritto di sciopero (73,3%), e le norme che limitano la portata delle trattenute sullo stipendio (64,3%).
- Comunicato stampa completo - I diritti dei lavoratori sono sotto pressione in tutta Europa: Ultime conclusioni annuali del Comitato europeo dei diritti sociali
- Infografica: I diritti dei lavoratori sotto pressione in tutta Europa
- Intervista a Giuseppe Palmisano, Presidente del CEDS, in merito alle conclusioni 2018 del Comitato
* I 35 paesi e territori oggetto delle conclusioni pubblicate oggi sono, Andorra, Armenia, Austria, Azerbaigian, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Danimarca, Estonia, Federazione russa, Georgia, Germania , Islanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo (in parte), Macedonia del Nord, Malta, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi rispetto a Aruba, Paesi Bassi rispetto a Curaçao, Polonia, Repubblica di Moldova, Repubblica slovacca, Regno Unito, Repubblica ceca, Romania, Serbia, Spagna, Svezia, Turchia, e Ucraina.