L’ultimo rapporto annuale del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa indica progressi significativi nell’attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2023, ma sottolinea al contempo diverse sfide importanti che devono ancora essere affrontate.
Secondo il rapporto, il Comitato dei Ministri ha potuto chiudere 982 casi nel corso dell’anno, grazie alle misure prese dagli Stati membri. Tali casi includevano 180 casi “di riferimento” che richiedevano misure specifiche e spesso di ampia portata per garantire che le stesse violazioni dei diritti umani non si ripetessero più.
Inoltre, sono stati compiuti numerosi progressi importanti, in molti Stati membri, in casi che risultavano ancora pendenti alla fine dell’anno.
Il numero totale di casi contro gli Stati membri pendenti dinanzi al Comitato il 31 dicembre 2023 era 3.819, di cui 1.071 casi di riferimento(*). Questo dato è rimasto relativamente stabile nel corso dell’anno, nonostante un elevato numero di nuovi casi trasmessi al Comitato dalla Corte.
Il rapporto sottolinea inoltre un maggiore impegno nel processo di attuazione da parte degli Stati membri e della società civile nel 2023. Gli Stati membri hanno presentato un numero record di piani d’azione e bilanci d’azione e il numero di comunicazioni da parte delle organizzazioni della società civile e delle istituzioni nazionali per i diritti umani è continuato ad aumentare.
Tuttavia, la costante aggressione della Russia contro l’Ucraina ha continuato ad avere un impatto importante sul sistema, compromettendo gravemente la capacità dell’Ucraina di attuare in modo rapido le sentenze della Corte. Grazie alla sua determinazione e alla stretta cooperazione con il Consiglio d’Europa, l’Ucraina è tuttavia riuscita a chiudere 75 casi nel 2023.
Nessun progresso è stato invece segnalato nei casi pendenti contro la Federazione russa, che raggiunge un totale di 2.566 casi, ovvero il 40% dell’insieme dei casi pendenti dinanzi al Comitato. Per trattare questi casi, il Comitato dei Ministri ha adottato nel 2023 una strategia specifica, che prevede in particolar modo una cooperazione rafforzata con le Nazioni Unite e la società civile.
Infine, il rapporto presenta il notevole lavoro svolto lo scorso anno a sostegno degli Stati membri attraverso la cooperazione, l’assistenza e il dialogo, compreso un numero record di visite e riunioni con le autorità nazionali. Il rapporto mette inoltre in evidenza la chiara necessità per gli Stati membri di rafforzare ulteriormente la loro capacità nazionale di attuazione delle sentenze della Corte, come sottolineato nella Dichiarazione di Reykjavik adottata al Vertice dei capi di Stato e di governo del Consiglio d’Europa a maggio 2023.
Il rapporto contiene informazioni statistiche paese per paese sul numero di casi nuovi, pendenti e chiusi, come anche i dettagli sugli sviluppi significativi nel processo di attuazione.
Video sull'implementazione delle sentenze della CEDU
Sito web sull'impatto della Convenzione Europea dei diritti umani